L’eterodossia, la diversità di fede – intesa qui come il discostarsi dall’orientamento di fede dominante – ha costituito sino all’Ottocento uno dei tratti identitari più importanti nel modo di percepire gli appartenenti a popoli stranieri.
Nell’Europa moderna questo stato di cose ha influito soprattutto sull’incontro tra persone provenienti in particolar modo – ma non solo – da Paesi del Nord protestante e da quelli del Mediterraneo cattolico e ha portato alla formazione di una serie di pregiudizi e stigmatizzazioni; parallelamente ciò ha condotto all’istituzione in diverse città italiane di appositi luoghi di sepoltura per i membri di comunità non cattoliche ivi deceduti.
Come è ovvio, l’Italia di oggi non è più un paese fondamentalmente solo cattolico. La realtà è cambiata di molto: è aumentato il numero di italiani appartenenti ad altre confessioni religiose, così come il numero di migranti e di cittadini afferenti a fedi diverse da quella cattolica. Inoltre, è aumentato il numero di persone che hanno scelto la strada della laicità.
Ancora, l’esperienza del Covid ha accresciuto il livello di consapevolezza rispetto all’urgenza di aprire un dibattito nazionale su temi tanto controversi e complessi come quello dell’umano morire, del diritto a ricevere un rito funebre secondo la propria tradizione, del trattamento della salma e sul dovere delle istituzioni e dei decisori politici di essere preparati a rispondere alle esigenze di un Paese che cambia, contribuendo a sviluppare un clima culturale aperto, inclusivo e rispettoso di tutti i cittadini e le cittadine.
Il corso intitolato “Ritualità nelle sepolture di islamici, ebrei e ortodossi” che si terrà in data 25 maggio pv, ambisce a promuovere il diritto di chiunque, qualunque sia la sua appartenenza religiosa o la sua prospettiva spirituale, la sua provenienza e la sua cultura di appartenenza, di vedere rispettate le proprie volontà nello svolgimento delle esequie, nel rispetto delle leggi italiane, attraverso la costruzione di competenze e consapevolezze tra coloro che operano nel settore.
Come è noto, la nostra Costituzione garantisce, all’articolo 19, il diritto a professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, ed è a partire dalla diffusione di maggiori conoscenze sui temi oggetto di dibattito e dall’esercizio di buone pratiche di inclusione sociale, che questo diritto può essere agito nel concreto, con chiarezza legislativa, tolleranza e apertura culturale.
Nello specifico, il corso si propone di:
– descrivere la situazione italiana rispetto alle presenze di italiani e stranieri afferenti a comunità religiose diverse da quella cattolica con la disamina delle percentuali sulle presenze straniere;
– approfondire il concetto di rito e di ritualità funebre, nell’intento di definirne la storia e l’importanza percepita da parte di coloro che hanno necessità di conformarsi alle regole stabilite dal dispositivo rituale di appartenenza;
– descrivere le ritualità funebri associate alle comunità islamica, cristiano-ortodossa ed ebraica, allo scopo di evidenziare quegli aspetti considerati fondamentali e obbligatori affinché sia possibile per un fedele considerare il rituale correttamente eseguito e rispettoso dei precetti religiosi;
– indagare e descrivere le modalità previste di sepoltura delle salme di persone appartenute a comunità religiose diverse da quella cattolica, e di definire le caratteristiche degli spazi cimiteriali adibiti alla loro sepoltura;
– mostrare esempi di spazi cimiteriali inclusivi.