Proseguono le indagini e gli interrogatori per chiarire le posizioni degli indagati nella maxi retata che ha coinvolto molte imprese funebri a Cagliari e una ventina di operatori sanitari delle camere mortuarie ospedaliere. Sull’argomento è intervenuta la Feniof (Federazione nazionale imprese onoranze funebri):
“Purtroppo il nostro settore non è nuovo a simili illeciti ed una delle attività della Federazione è da sempre la lotta a contrastare simili situazioni dannose per cittadini ed operatori onesti – hanno scritto in una nota – A tutela della parte virtuosa della categoria, che rappresenta la parte maggioritaria del settore, prendiamo formalmente le distanze dall’operato illecito di tutti quegli operatori che procacciano affari dentro gli ambienti necroscopici ed ospedali tessendo rapporti commerciali illegittimi al fine di ottenere l’esecuzione di funerali. Una impresa funebre che operi in modo serio, etico e professionale non procaccia affari al di fuori della propria sede autorizzata ma attende di essere contattata dai parenti del defunto presso i relativi uffici”.
Feniof evidenzia come chi “procaccia affari in modo illecito genera un danno al cittadino (che senza saperlo finisce per pagare il funerale più del dovuto) e a tutte le aziende funebri oneste”, evidenziando che “nessuna Impresa di onoranze Funebri ha accordi esclusivi o privilegiati con alcuna azienda ospedaliera; il personale delle aziende ospedaliere non è autorizzato o tenuto a raccomandare alcuna impresa funebre o procurarne i servizi; la scelta dell’impresa è di esclusiva ed insindacabile facoltà del cittadino; ogni attività commerciale e di propaganda all’interno delle aziende ospedaliere ad opera di imprese funebri è espressamente vietata e va prontamente denunciata alla Direzione Sanitaria”.