Oggi all’alba è scattata una vasta operazione della Direzione investigativa antimafia a Catania e in provincia contro la cosca dei Santapaola. Diciotto gli ordini di cattura. Si tratta di persone già in carcere o agli arresti domiciliari: elementi di spicco, responsabili a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, illecita concorrenza e corruzione. Le indagini, coordinate dalla procura di Catania, si sono protratte dal 2005 al 2007, delineando il predominio degli uomini della cosca Santapaola in particolare nei servizi funebri dell’area etnea. Dall’operazione, denominata “Cherubino” emerge che Cosa nostra nella città etnea avrebbe avuto il monopolio nel settore dei servizi delle onoranze funebri, che sarebbe stato controllato dalla “famiglia” D’Emanuele.
Tra i destinatari del provvedimento restrittivo, emesso dal Gip Alba Sammartino, c’è anche il boss Natale D’Emanuele, già detenuto, ritenuto a capo dell’omonima famiglia e cugino del capomafia ergastolano Benedetto Santapaola, al quale l’ordine di custodia cautelare è stato notificato in carcere. Tra gli arrestati c’è anche suo figlio Antonino D’Emanuele.
6 maggio 2010
Sequestrati dalla Dia di Catania beni per 15 mln alla ‘famiglia’ D’Emanuele, legata da vincoli diparentela al boss Benedetto Santapaola. Secondo l’accusa, il boss Natale D’Emanuele, cugino di Santapaola, avrebbe riciclato,servendosi di prestanome, i proventi dell’attivita’ illecitaderivante dalla gestione del mercato del ‘caro estinto’, il cui’giro’ d’affari sarebbe stato in costante crescita.
Per il Procuratore della Repubblica di Catania Vincenzo D’Agata il fenomeno è da inquadrare “nell’industria del morto, la mercificazione di eventi drammatici purtroppo per chi li vive, questo tipo di immondo sciacallaggio, che viene posto in essere in un momento in cui chi è costretto a richiedere il servizio si trova in condizioni psicologiche assolutamente di minorata difesa”.