In Emilia Romagna basta una DIA per aprire una impresa funebre

Approvato dall’assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna il progetto di legge, di iniziativa della Giunta, ‘Norme per l’attuazione della direttiva 2006/123/CE relativa ai servizi del mercato interno e altre norme per l’adeguamento all’ordinamento comunitario. Legge regionale comunitaria per il 2010’. La legge ha effetti anche sul comparto funebre perché per lo svolgimento di attività funebre e di trasporto funebre non occorre più la semplice autorizzazione, ma una semplice DIA, con immediata apertura del’attività.

Una liberalizzazione che lascia perplessi, visto che da tutte le componenti del settore funerario emerge la necessità di frenare la nascita di nuove imprese funebri in un mercato anelastico, dove poi la concorrenza rischia di essere fatta a suon di mazzette. Ma così ha deciso la Regione emilia Romagna.

Entrando nel dettaglio del provvedimento, che per divenire operativo necessita dell apubblicazione sul BUR Emilia Romagna, il consigliere Giuliano Pedulli (Pd) ha dichiarato che ‘Si tratta della prima legge comunitaria della Regione Emilia Romagna, predisposta in attuazione del procedimento disciplinato dalla legge regionale 16/2008, che regola la partecipazione della Regione alla formazione e attuazione del diritto comunitario. Pedulli ha ricordato che la direttiva comunitaria intende creare le condizioni affinche’ i prestatori di servizi abbiano la possibilita’ concreta di stabilirsi definitivamente in uno Stato membro diverso da quello di appartenenza, o di esercitarvi in modo occasionale la propria attivita’. A tal fine impone agli Stati membri la revisione di tutte le norme che subordinano l’esercizio di attivita’ di prestazione di servizi ad un’autorizzazione preventiva da parte della Pubblica amministrazione, consentendo il mantenimento del regime autorizzatorio solo se esso risulti non discriminatorio, giustificato da motivi imperativi di interesse generale (riconosciuti come tali dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia e dettagliatamente elencati nella direttiva) e sia proporzionato (nel senso che l’obiettivo perseguito non puo’ essere conseguito tramite una misura meno restrittiva). Qualora non ricorrano tali requisiti giustificativi, la norma comunitaria impone di sostituire l”autorizzazione’ con una dichiarazione di inizio di attivita’ (Dia) ad efficacia immediata (l’attivita’ puo’ essere subito intrapresa).Il relatore ha poi riferito che, per procedere al recepimento della direttiva comunitaria, la Regione Emilia Romagna ha partecipato a specifici coordinamenti tecnici con le altre Regioni italiane, in collaborazione con il Dipartimento Politiche Comunitarie della Presidenza del Consiglio e la Commissione Europea. In tale ambito, le Regioni sono state chiamate a riesaminare tutta la disciplina vigente in materia di attivita’ di servizi e ad effettuare un monitoraggio dettagliato dei regimi di autorizzazione e dei requisiti previsti per l’esercizio di tali attivita’. Il progetto di legge, quindi, disciplina le modifiche che la Regione ha ritenuto necessario apportare al proprio ordinamento.

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