La Federcofit (federazione comparto funerario italiano) sezione Campania ha scritto al presidente della Regione Campania, Caldoro, all’assessorato alla Sanità e all’assessore alla Formazione professionale, Nappi per rappresentare la situazione di incertezza nella quale vive il settore funebre.
Espone le ragioni della federazione, il presidente regionale Giuseppe Ricci. “Si stanno concludendo i due anni previsti dalle norme varate dalla Regione nel gennaio 2010 sulle attività funebri insediate sul territorio con la legge finanziaria 2010 (L. Regionale n. 2, art. 1, comma 75). Le norme – spiega Ricci – entro la fine dell’anno espelleranno dal mercato la grande maggioranza degli operatori funebri della regione che non potranno dotarsi dei requisiti strutturali e degli organici che la Campania impone, unica regione in Italia, senza indicare alcuna soluzione alternativa, come invece hanno fatto le altre regioni che garantiscono l’esecuzione di servizi funebri regolari anche da parte di piccole imprese operanti sul territorio”.
Il presidente segnala, inoltre, anche quello che succede con l’affidamento della potestà ai comuni. “Questo – aggiunge – consente agli enti di definire i requisiti strutturali dell’impresa funebre, ma ciò sta determinando scelte inconcepibili. Ad esempio, il comune di Avellino richiede, oltre alla figura del direttore, almeno 15 addetti occupati a tempo pieno e indeterminato, 10 carri funebri e 8 carri porta corone. Di fronte a questi numeri, appare ovvia la difficoltà delle piccole imprese delle zone interne della provincia di reggere il confronto con il capoluogo, ma anche di riuscire a rispettare standard così elevati. Peraltro, anche i comuni sotto i 5mila abitanti dovranno rispettare la norma e adeguarsi al regolamento regionale, mentre quelli al di sopra potranno stilarne uno proprio. Questo rischia di porre condizioni di concorrenza sfavorevoli sia nello stesso territorio, sia tra la nostra regione e il resto d’Italia. Sarebbe opportuno, infatti, creare delle norme omogenee in tutta la regione per agevolare il servizio”.
Il rischio che si corre in Campania, e in questo caso in Irpinia, è che se non ci si mette in regola si chiude. Infatti, entro il 2011 i comuni devono adeguare il loro regolamento, che dovrà prevedere almeno 4 addetti, oltre il direttore tecnico. In Italia, circa l’80 per cento delle imprese si ferma a tre addetti e non tutte hanno il carro funebre di proprietà. “Chi si trova in questa situazione – continua Ricci – deve prepararsi a chiudere i battenti. Le altre regioni hanno invece indicato anche delle alternative, come ad esempio la possibilità di consorziarsi. Un modo per avere a disposizione sia gli addetti necessari che i mezzi, senza lasciare il territorio sprovvisto di un servizio che ogni comune dovrebbe avere. Aggregarsi significa rafforzare e non sguarnire il territorio di un servizio, essenziale in situazioni che per le famiglie sono ingestibili. Allora, la qualità sta anche nella possibilità di avere una ditta nel proprio comune di residenza. Inoltre, offrire l’alternativa del consorzio evita di distruggere imprese che sono a conduzione familiare da generazioni. Le attività vanno tutelate, indicando loro la strada per restare sul mercato e garantire servizi adeguati e nella norma”.
Sommessamente ci si chiede cosa aspettino le imprsee campane a consorziarsi tra loro e senza una norma delal regione che gliielo imponga, ma questa è domanda che forse nasconde il vero scopo della Federcofit Campania, cioé quello di ottenere una proroga ai termini individuati nella legge regionale. La cosa è particolarmente assurda: non sa la Federcofit che la manovra bis del 13 agosto 2011 ha già dichiarato contrarie alla legge sulla liberalizzazioni tutte queste imposizioni considerate come rsstrizioni dall’art. 3 del DL 138/2011 e che cadono il 13 dicembrre 2011 (cioé tra qualche giorno).
Il presidente di Federcofit interviene anche su un altro aspetto, quello della formazione obbligatoria degli addetti. “Anche su questo fronte – spiega Ricci – con la fine dell’anno si conclude il periodo utile al perseguimento dei requisiti formativi previsti, con la relativa partecipazione ai corsi di 80 e 120 ore a seconda delle funzioni aziendali svolte. Ad oggi, infatti, sembra siano pochissimi i corsi effettivamente conclusi, e su quelli ultimati molti avanzano dubbi e perplessità. Innanzi tutto, la Regione Campania esigerebbe per il direttore tecnico dell’impresa o titolare, un titolo di studio che non è previsto da alcuna norma dello Stato; in questo modo, anche chi da lungo tempo è nel settore si troverebbe ad essere escluso perché sono state cambiate le regole in corso d’opera; infine, entro il 31 dicembre la maggior parte degli operatori si troverà impossibilitata a frequentare i corsi previsti, con la conseguente espulsione dal mercato. In tal caso è necessaria una proroga per consentire a tutti di avere le stesse opportunità”.
La Federcofit non vuole fare allarmismo ma rendere chiara una situazione che interessa i tanti operatori del territorio che rischiano di ritrovarsi senza lavoro, di dover chiudere le loro imprese. “Quello che chiediamo alla Regione – conclude Ricci – è di intervenire e di trovare una soluzione anche sulla falsariga di quanto hanno fatto le numerose regioni che hanno deliberato in materia. Noi continueremo ad avanzare proposte e a sollecitare gli enti preposti, per tutelare i nostri associati. Ma non escludiamo di intervenire anche in maniera più incisiva con una mobilitazione della categoria”.
Provincia di Avellino, quindi Regione Campania. Il percorso formativo quale titolo necessario per l’avvio di un’attività funebre è dettagliatamente disciplinato dall’ Art. 7 della Legge Regionale 24 novembre 2001, n. 12 e dalla conseguente Deliberazione Giunta Regionale 15/05/2009, n. 963 – Disposizioni concernenti l’organizzazione e gli standard formativi essenziali per la formazione del personale delle imprese che esercitano l’attività funebre, in attuazione della L.R. 12/2001.
avrei intenzione di aprire un’agenzia funebre,avendo gia’ esperienza da circa 10 anni,cosa occore oltre ad un carro e i vari diploma per portatore e direttore funebre……grazie nella provincia di avellino…
Ciao volevo chiedere per gli operai come funziona? come si può assicurarli in modo conveniente e che le agenzie che fanno 50 o 40 funerali l’anno possano permetterselo, preciso solo una cosa che questa legge è stata fatta in modo sbagliato, per i corsi sono d’accordissimo, ma per gli operai no, perchè se io non faccio 300 funerali l’anno come posso permettermeli? poi cosa gli faccio fare il giorno? credo che si potesse trovare una soluzione più conveniente tipo le voucher, in parole povere ad ore. Spero che cambino questa cosa.
vorrei dire ai nostri politici e altri.. lasciate lavorare chi ha sempre voluto lavorare con onestà..
vorrei aprire una impresa funebre,a chi devo rivolgermi,tenendo conto che non ho troppi fondi.
campania
Sono della regione Campania mi sto aggiornando su tutte queste L. R.
Una domanda che mi faccio: io che sono titolare/socio Dell’ impresa funebre e nel frattempo sono titolare o dipendente di un’ altra attività posso continuare a svolgere il lavoro da necroforo oppure devo scegliere l’ attività che voglio proseguire?