Esternalizzato il servizio mortuario al Niguarda

Riportiamo l’articolo “Stop al mercato delle salme” apparso su La Repubblica del 05/11/2008 ed. Milano p. 06, scritto da LAURA ASNAGHI.

Niguarda, la cura dei morti appaltata all’esterno Sette infermieri furono arrestati per il racket “Affideremo l’incarico a degli esperti”S TOP agli scandali, la cura delle salme andrà a personale specializzato scelto con regolare gara d’appalto. È quanto deciso all’ospedale Niguarda, che ha bandito un concorso per esperti in “tanatologia” dopo l’arresto di sette infermieri che intascavano lauti compensi dalle pompe funebri cui segnalavano i decessi dei malati. Un racket che il 16 ottobre fa ha portato all’arresto di 41 persone tra imprenditori, infermieri di vari ospedali addetti alle camere mortuarie e dipendenti di agenzie funebri, accusati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e alla rivelazione del segreto d’ufficio. Un vero e proprio “mercato delle salme” fu definito dal pm Grazia Colacicco.«Vogliamo estirpare alla radice il grave problema del business illecito sui morti – spiega Pasquale Cannatelli, il direttore generale dell’ente- ecco perché abbiamo pensato di appaltare all’esterno il servizio. Saremo il primo ospedale milanese a sperimentarlo».Nella gara che sarà bandita con procedura d’urgenza (l’obiettivo è di partire con gli addetti entro la fine di novembre) si cercano esperti di “tanatologia” con compiti specifici. Ma quali sono? «La materia è molto delicata – spiega Cannatelli – perché riguarda il trattamento delle salme dal momento del decesso in corsia, che comprende il rito della ricomposizione, della vestizione e dell’esposizione nella camera mortuaria dell’ospedale. Tutto questo deve essere fatto da personale esperto ma anche di specchiata professionalità e onestà».È proprio in questa fase, infatti, che gli infermieri fanno le soffiate alle imprese di pompe funebri per accaparrarsi laute bustarelle e favorire il loro operato. E visto che al Niguarda i morti, in un anno, arrivano a 1.300 è facile capire perché questo ente è da sempre considerato tra gli ospedali più appetibili dal racket del “caro estinto”. «Da noi il racket ha colpito più volte – ammette Cannatelli – ma adesso abbiamo deciso di stringere le maglie e fare in modo che la corruzione non possa più infiltrarsi in corsia». Esclusa l’ipotesi di utilizzare personale interno, l’ospedale ha scelto di puntare su un appalto. Insomma, un servizio al di sopra delle parti, che sostenga i parenti in questi difficili momenti, evitando qualsiasi forma di speculazione. «L’ospedale si deve prendere cura dei morti nella fase iniziale – ricorda Cannatelli – poi saranno i familiari a scegliere a quale impresa di pompe funebri affidare i funerali. E a questo proposito saremo noi a fornire ai parenti l’elenco completo delle imprese di settore che operano nell’area di Milano e provincia».Gli esperti di “tanatologia” che prenderanno servizio in ospedale sono 7 e dovranno garantire un servizio 24 ore su 24, per 365 giorni l’anno. Per questa operazione l’ospedale investirà circa 200mila euro. «Certo saremo i primi a Milano a esternalizzare questo servizio – sottolinea Cannatelli – il nostro obiettivo è fare terra bruciata intorno al business del racket, per evitare che si possano verificare altri scandali».I sette infermieri inquisiti sono ancora agli arresti domiciliari ma se questa misura cautelare dovesse essere revocata «non torneranno certo in camera mortuaria dopo quello che è successo saranno collocati in servizi dove non potranno fare altri danni». Per saperne di più: www.ospedaleniguarda.it

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5 thoughts on “Esternalizzato il servizio mortuario al Niguarda

  1. Sono impresario da vecchia data, ho imparato il mestiere prima facendo il dipendente e portavo i feretri, poi l’impiegato, poi il produttore, nel contesto aprivo e chiudevo la camera mortuaria quando l’ agenzia per cui lavoravo era di turno, Signori tutto questo per dire che ne ho viste di tutti i colori, sporcacciate che solo il mio stomaco ha subito, ed ora come nel 90 o 92 (se non sbaglio) ci ritroviamo a scandali, arresti, sporcaccionate etc…, ma smettiamola cominciamo ad essere noi in regola, come ha fatto il sottoscritto con personale, con magazzino, con mezzi, accreditiamoci nei Comuni, diamo un ns/ contributo di onestà, facciamo che i dolenti vengano nei nostri uffici, mettiamo al bando tutte quelle Imprese che come ratti di fogna, vanno a cercare il parente del defunto o l’ indirizzo dalle cartelle cliniche da persone compiacenti, facciamo un pò di pulizia, quante Imprese e/o Impresari sono in regola, quanti hanno il prestanome o precedenti penali, molti!!!!!!! però non vi sono controlli e tutto funziona e funzionerà come prima, ma ben vengano quei valorosi Magistrati Milanesi come la Dtt. Colacicco e l’ altro suo collega, che vengano a vedere le realtà anche nella provincia Milanese dove io ho la mia Impresa, venite a vedere, penso che il Racket oltre che Milano e quì, ma nessuno fa nulla, vedete la mia sfuriata è dovuta ad una situazione alquanto anomala perchè tutte quelle imprese indagate, tutti gli impresari indagati ed arrestati e/o arresti domiciliari, gli vediamo ancora oggi a svolgere la propria attività c/o il Comune di Milano e oltretutto facendo servizi calmierati e ancora accreditati, come se nulla fosse, e allora!!! Mi riallaccio al discorso dell’ Osp.le di Niguarda come si fa a pensare che facendo un’ appalto privato quelle Imprese che fino ad oggi hanno avuto il Bussines in questo Osp.le non mettono loro personale o tirapiedi con tutte le carte in regola per il bando e l’ amministrazione per poi ricadere ancora nel marciume che è successo, l’ unica soluzione secondo il mio modesto parere, verificare le Imprese SANE, fare una carta dei servizi e Imprese, dare al dolente che purtroppo non ha informazione e prezzi calmierati dietro una turnazione e presentazione da parte di un Dirigente o più Comunali di cui Impresari e tutte le persone che girano attorno a tale settore non conoscono e mai potranno conoscere, forse e dico forse un pò più di pulizia ci sarà. Ultima osservazione nell’ Osp.le di Niguarda, tempo fa, c’erano delle guardie giurate che non facevano entrare Impresari e Imprese, eppure e successo quello che tutti sappiamo. Mi permetto di ricordarvi ancora che le realtà nell’ hinterland Milanese dove io risiedo è un Disastro, speriamo l’ arrivo della Magistratura anche quì, e non di essere così abbandonati.

  2. ma insomma gira che ti rigira alla fine le salme vengono sempre girate alle pompe funebri ma non sarebbe meglio fare una carta di informazione per i dolenti e spigare loro che la scelta delle onoranze funebri è libera e spiegare loro di non farsi influenzare da nessuno e da chiunque si avvicini con delle proposte? A Milano non finirà mai questa storia del caro estinto fino a che le istituzione non metta la parola fine a questo schifo. Non esiste che un Niguarda faccia degli esperti di tanatoprassi basterebbe mettere dei cartelli nelle camere mortuarie con caratteri cubitali e dare informazioni esatte a dolenti. Basterebbe solo onesta e correttezza e un po di coscienza nelle persone che sono all’interno delle strutture.Non esiste proprio fare delle turnazioni negli ospedali perché è illecito e scorretto, con la legge regionale del 2004 abbiamo visto che non è cambiato nulla , ci sono impresari che non sono in regola e che anno dipendenti non in regola e comunque chi come noi si è aggiornato con la legge del 2004 si è sentito preso in giro.

  3. la soluzione di questo articolo del dirigente cannatelli non andra avanti xke il racket esistera sempre .x eliminare il racket del caro estinto,di darlo in gestione a turnazione all’imprese con personale qualificato nel settore funebre con attestati rilasciati dalla regione lombardia,e non dalle associazione di tipo federcofit o feniof ,ma regione lombardia,e fare massimo controllo su tutte le agenzie funebre che personale anno.visto che la legge esiste che tutti devono avere un limiti di necrofori .ecc. incece di parlare c’e’ sistemare questo settore che molto importante,anche alla luce del cittadino.

  4. Alla volte, per una risposta esauriente basta citare la norma in questione:

    Art. 35 comma 2 Reg. REg. n.6/2004 così come modificato dal Reg. REg. n. 1/2007:

    “Il trasferimento di cadavere allinterno della struttura dove è avvenuto il decesso non rientra nella previsione di cui al comma 1. Il trasferimento viene effettuato unicamente da personale che a nessun titolo può essere collegato ad un esercente lattività funebre”.

  5. Mi pare una soluzione quanto meno discutibile.
    Lo sanno tutti che in Italia non c’è una specializzazione del genere.
    Anzi gli unici che ne sanno qualche cosa sono ex impresari funebri o impresari funebri dell’oggi, necrofori.
    Comunque gente legata al giro delle pompe funebri. Una soluzione al problema del racket del caro estinto dovrebbe prevedere un ente che gestisca questa componente del servizio, con personale che non ha nulla a che vedere con le pompe funebri. Ma occorre prima l’Ente e la formazione del personale occorrente.

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