EFI sulla situazione del settore funebre

Gianni Gibellini, impresario funebre e presidente di Efi, Eccellenza funeraria italiana, a proposito della condizione del proprio settore, ha dichiarato: «Il nostro settore è vessato da lavoro nero, illegalità e mancanza di trasparenza. Ci sono aziende che non possiedono neppure un’auto funebre, la prendono a noleggio in caso di necessità. Altre, invece, non hanno nessun dipendente assunto regolarmente. È concorrenza sleale, al limite della legalità, io credo».
«In Italia ci sono mediamente 630mila decessi l’anno, trend peraltro destinato a crescere – spiega –. Stime di settore rivelano che un funerale standard costa attorno ai 2.500 euro, costi cimiteriali esclusi». Anche se, prosegue, «se si tiene conto delle reali esigenze di un funerale medio, è difficile spendere meno di 3.500 euro».
La legge prevede la detrazione delle spese funebri su un importo che non superi i 1.550 euro, «moltissimi si fanno fatturare quella cifra, e il resto lo aggiungono in nero – prosegue Gibellini –. Non solo: ci sono artigiani, come falegnami o marmisti, che si improvvisano agenti funebri all’occorrenza. Così, con un servizio praticamente inesistente e prodotti di qualità pessima, riescono a fare spendere ai clienti circa 1.200 euro, con grave danno per chi lavora secondo le regole».
«Saranno 25-30mila gli operatori legalmente assunti: ma in totale, nel settore, sono coinvolte almeno centomila famiglie».
Vista questa diffusione di illegalità EFI sostiene caldamente il disegno di legge presentato dal senatore Vaccari, quale primo firmatario, che promuove una normativa per il settore uniforme a livello nazionale, una revisione delle norme sulla deducibilità delle spese, e tutele maggiori contro il lavoro nero.

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