Ad Eboli sono stati indagati 7 persone con l’accusa per tre medici del nosocomio ebolitano di falso in atto pubblico. Per 4 volontari di una Associazione per trasporto infermi, invece, l’accusa è di illecita concorrenza con minaccia e violenza.
Da alcune intercettazioni telefoniche è emerso che alcuni medici certificavano il falso mettendo in uscita un paziente che era vivo solo sulla carta. Con questo “trucco”, teso a favorire gli ambulanzieri, la famiglia del paziente otteneva il trasferimento del cadavere presso il proprio domicilio oltre la certificazione del trapasso avvenuto a casa.
Ma in realtà i parenti dovevano poi fare il funerale con una impresa funebre collegata alla Associazione di volontariato.
Ora gli indagati hanno venti giorni per difendersi e per essere sentiti dal magistrato inquirente. Decorso questo tempo si deciderà l’eventuale rinvio a giudizio o il loro proscioglimento.