E a Genova parte una nuova indagine, questa volta sulle mazzette per acquisire funerali in ospedali e case di cura

In un esposto-denuncia presentato ai carabinieri da Bianca Tiozzo, direttore generale e legale rappresentante dell’ASEF di Genova (la municipalizzata per i servizi funebri) di un centinaio di pagine vi sarebbero le prove che a Genova c’è un racket delle pompe funebri.

L’esposto contiene il lavoro di analisi sul triennio 2007-2009, con tanto di foto sulla ripartizione del mercato dei funerali e la denuncia chem a fronte di una copertura del 42 per cento della quota di mercato da parte dell’Asef, almeno sulla carta, sono presenti in realtà aziende private che riescono a coprire in alcuni istituti il 100% del servizio. Prima fra tutte la Generale: che nel 2007 ha organizzato il totale delle esequie in 20 istituti su 36, nel 2008 13 su 24 case di riposo, e infine lo scorso anno in 13 su 27. Una copertura, dunque, di oltre il 50 per cento. Ma ci sono altre imprese chiamate in causa, anche se con numeri decisamente inferiori. Le accuse però non finiscono qui. Si parla di fondi neri, di corrispettivi di 150, 200 euro a salma.

Torna l’eterno problema della caccia al morto negli ospedali e nelle cliniche private. E parte una nuova indagine che pare riservare altre grosse sorprese, vista la diemnsione delle imprese funebri coinvolte.

Fonte: www.ilsecoloXIX.it

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