Un dipendente dell’ospedale “Ceccarini” di Riccione, forniva dati sottobanco sui deceduti al titolare di un’agenzia di pompe funebri locali, che ricambiava con soldi, favori e persino cibo. Con le soffiate del dipendente dell’ospedale infatti l’impresa funebre era la prima a contattare i familiari del defunto.
E, fin qui, è una storia di ordinaria gestione di camera mortuaria ospedaliera, si dirà, vista la diffusione di questa pratica di procacciamento indebito di funerali.
La novità sta nel fatto che il dipendente dell’ospedale era particolarmente sensibile ai cappelletti che gli faceva la mamma dell’impresario funebre …. Insomma preso per la gola!
I carabinieri hanno messo sotto controllo la camera mortuaria documentando il giro di soldi e di … cappelletti.
Il Gip ha disposto sei mesi di sospensione dal lavoro per il dipendente dell’ospedale e per il proprietario dell’impresa di onoranze funebri l’obbligo di firma.