La scorsa domenica mattina alle 11, lungo i viali della circonvallazione di Bologna, ha avuto luogo una singolare protesta.
Una trentina di autofunebri ha sfilato silenziosamente, senza striscioni o clacson, per le vie della città, per evidenziare alle pubbliche autorità – una volta di più – la necessità di inserire nella lista delle categorie, che chiedono di essere vaccinate in via prioritaria contro il Covid, anche gli impresari delle pompe funebri unitamente con i loro operatori.
Tale categoria è stata ed è tuttora in prima linea nel confronto giornaliero con il Covid nelle camere mortuarie degli ospedali, nei recuperi salma, nei contatti con i parenti, nelle sanificazioni delle salme decedute a causa del Covid. Ma, da mesi, tale richiesta risulta inascoltata e priva di alcun riscontro.
Con tale protesta, gli impresari bolognesi hanno nuovamente voluto significare che la funzione essenziale di garantire la pubblica incolumità, ricoperta dalle proprie aziende, potrebbe essere messa in grave pericolo dal contagio al loro interno e nei rispettivi ambiti familiari.
Di norma la risposta al quesito è data entro 3 giorni lavorativi.
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