Le imprese funebri in Italia sono cresciute del 15,1% negli ultimi cinque anni e del 3,7% dal 2008. Complessivamente sono 5.703 le imprese funebri attive nella penisola al secondo trimestre 2009: 1.506 operano nel commercio di articoli funerari e cimiteriali e 4.197 nelle pompe funebri e attività connesse. In particolare, la regione più attiva nel settore è la Lombardia con una concentrazione di imprese funebri del 12,1% sul totale nazionale (691 in totale, di cui 139 nel commercio di articoli funerari, 552 nelle pompe funebri e attività connesse) e una crescita in un anno del 4,5%. Seguono il Lazio con il 10,2% sul totale italiano di imprese funebri (584 attività), la Sicilia con il 10,1% (574 imprese), la Campania (9,4%, 537 imprese) ed il Piemonte (8,8%, 503 imprese). Le regioni con la maggior densità di imprese funebri per numero di abitanti si trovano al Sud: sono il Molise con 20,9 imprese attive ogni 100.000 residenti, la Calabria (18,4), e l’Abruzzo (18) e con valori di molto superiori alla densità media nazionale che è pari a 9,6.
Tra le province italiane quella di Roma è prima nel settore delle imprese funebri con una quota del 6,3% sul totale nazionale. Seguono le province di Torino con il 4,1%, Napoli con il 3,8%. Milano è quarta con 203 imprese attive, il 3,6% nazionale. In un anno le crescite maggiori si registrano a Roma (+26%), Isernia (+18,8%), Oristano (+14,3), Potenza (+12,7%), Siena (+12%) e Brescia (+11,7%).
Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati del registro imprese al II trimestre 2009, 2008 e 2004 e su dati Istat al 31 dicembre 2008.
Una prima valutazione sull’effetto delel normative regionali sull’attività funebre fa emergere la inefficacia dello strumento se questo doveva servire a rafforzare la dimensione economica minima dell’imprenditoria funebre. Difatti aumenta la polverizzazione imprenditoriale, quando, invece, dalle norme regionali ci si doveva attendere una contrazione del numero complessivo delle imprese funebri operanti. La realtà dimostra che nelle Regioni dove si sono adottate normative per l’impenditoria funebre si registra un minor tasso di crescita di nuovi soggetti imprenditoriali, ma non la inversione di tendenza. Questo testimonia che, nelle grandi città, sta assumendo sempre più importanza il modello di vendita non basato su un numero inferiore di imprese funebri strutturate, ma su agenzie di vendita che commissionano la escuzione dei servizi a centri servizi. Ed è l’aumento di queste agenzie che determina l’aumento del numero dei soggetti ooperanti. Ma al tempo stesso diminuisce la torta (di funerali) spartibile per impresa, col ché ecco spiegata anche la sempre maggiore propensione all’acquisizione di funerali con mezzi di dubbia liceità.
Purtroppo il dato della Camera di Commercio di Milano non rivela un ulteriore elemento di analisi e cioé la quantità di lavoratori presenti nelle imprese funebri. Questo era un altro degli obiettivi delle modifiche normative (la emersione del sommerso) ma non è dato sapere quanto effettivamente sia stato raggiunto.
La Regione Puglia con l’Art. 15 Legge Regionale 15 dicembre 2008, n. 34 prevede per l’esercizio dell’attività funebre una particolare autorizzazione (comprensiva di quelle classiche ossia agenzia d’affari ex Art. 115 Testo Unico Leggi di Pubblica sicurezza, già di competenza comunale dopo il D.LGS n.112/1998 e licenza di commercio non alimentare purchè con sede fissa, liberalizzata con il cosidetto “Decreto Bersani).
I requisiti, nel dettaglio, sono stabiliti dal regolamento comunale, mentre quelli generali e più selettivi sono dettati dall’Art. 15 della suddetta Legge Regionale.
Pregevole è il richiamo alle norme comunitarie in materia di libero mercato dei servizi (Direttiva Bolkenstain).
cortesemente, vorrei sapere quali sono le autorizzazioni che il comune deve rilasciare per aprire un’agenzia di pompe funebri e se è vero che queste attivita’ sono contingentate? risiedo in provincia di taranto (puglia). grazie
Per Gino:
nord e sud non c’è differenza……si nascondono dietro alla “fantomatica” professionalità solo per accapparrarsi un funerale in più.
Squallido ma è così………..questo lavoro è solo un bisness………un enorme bisness!!!!
Ciao
LA SCOPERTA DELL’ACQUA CALDA!!!
IO, OPERATORE DEL SETTORE NEL SUD CHIEDO:
DOVE SONO LA FENIOF E LA FEDERCOFIT, QUANDOI LEGGONO QUESTI DATI (MA LI LEGGONO?!)
50.000 ABITANTI=15 AGENZIE DI POMPE FUNEBRI=30 FUNERALI L’ANNO (SE DIVISI EQUAMENTE)
MA VI SIETE MAI CHIESTI QUANTO COSTA TENERE UN’AGENZIA IN REGOLA CON IL PERSONALE, LE LICENZE E TUTTO IL RESTO.
NON TENENDO IN CONSIDERAZIONE CHE NEL NOSTRO COMUNE ANCORA NON SI RIESCE A LIBERALIZZARE I TRASPORTI FUNEBRI.
SECONDO VOI, IL RISULTATO PROSPETTATO DI ABBASSARE I COSTI DEI FUNERALI E STATO RAGGIUNTO?
IO CREDO PROPRIO DI NO.
SI CHIEDE A GRAN VOCE L’AFFILIAZIONE ALLE FEDERAZIONI NAZIONALI CON CIFRE ALQUANTO SALATE.
MA DOVE SONO QUANDO COMPAIONO LE CIFRE COME DAL SUDDETTO ARTICOLO, QUANDO SI SENTE PARLARE DEL RACKET DEL CARO ESTINTO (FACENDO DI TUTTA L’ERBA UN FASCIO!)
IO STO’ SERIAMENTE MEDITANDO DI ABBANDONARE QUESTO SETTORE, PERCHE’ ORAMAI SONO TROPPO SCHIFATO DA QUESTA “PROSTITUZIONE” PUR DI ACCAPARARSI I FUNERALI.
IO MI RITENGO UNA PERSONA PER BENE, CHE HA FATTO DELLA SERIETA’, DISCREZIONE E PROFESSIONALITA’ LA SUA UNICA FORZA PER CRESCERE.
EVIDENTEMENTE, IN QUESTO SETTORE CE POSTO SOLO PER I DELINQUENTI, PER QUELLI SENZA SCRUPOLI, E PER COLORO CHE VENERANO UN SOLO DIO: IL DIO DENARO!!!