Tre dipendenti del Santa Maria Nuova di Reggio Emilia in servizio alle camere ardenti si rivolgevano ai parenti delle persone decedute per indirizzarli verso imprese di pompe funebri da cui ricevevano compensi. Un racket del caro estinto venuto alla luce due anni fa. La sentenza del giudice Antonella Pini Bentivoglio li ha ritenuti tutti colpevoli per associazione a delinquere e corruzione.
Condannato a tre anni e 4 mesi il necroforo Sauro Costi. Due anni per il suo collega Giuseppe Garante, 1 anno e 5 mesi al terzo dipendente Lorenzo Picchi, che ha avuto attenuanti per il comportamento collaborativo durante l’inchiesta. Due anni di reclusione per i titolari di imprese di onoranze funebri Luca Tedesci e Paola Conti, Aniello Trevisan, Federico e Antonio Oliverio; un anno a Gianni Panizzi e 6 mesi a Mirco Bola. A tutti, meno che a Costi, la pena è stata sospesa.
I difensori, che avevano contestato le accuse di reato del pm Maria Rita Pantani, hanno annunciato ricorso in appello. Tutti gli imputati sono stati condannati in solido a risarcire l’arcispedale S. Maria Nuova con 50mila euro per il danno di immagine. I tre dipendenti sono stati interdetti dai pubblici uffici.