Nella tua città com’è l’acquisizione del funerale? Questa la domanda che campeggia in uno dei 3 sondaggi che in questo mese e in quello passato sta conducendo il sito. Sono arrivate, al momento in cui si scrive questo post, 39 risposte, poche in verità, ma per i 2/3 di esse la situazione è negativa: cioé il mercato è sporco, con obbligo di mance e per il 13% di chi ha risposto al quesito addirittura si pensa a cambiare l’attività. Solo 1/5 delle risposte fa intravvedere un mercato con la libera scelta da parte dell’utente. E la cosa è talmente diversa da quel che succede in altri Paesi europei da farne una specificità italiana.
Se a questo uniamo il fatto che i recenti arresti milanesi, in alcuni ambienti lombardi dell’imprenditoria funebre, sono stati vissuti quasi come una croce da portare addosso al sistema dell’imprenditoria funebre e non, invece, la naturale conclusione per chi viola le norme, ci fa riflettere sul futuro di questa professione.
Possibile che non ci siano commenti e analisi serie? Possibile che l’inserimento dei dati statistici sulla situazione dell’imprenditoria funebre in Lombardia e in Italia (https://www.funerali.org/?p=1483), elaborata annualmente dalla Camera di Commercio di Milano, non abbia stimolato una valutazione approfondita? Possibile che diversi commenti che si leggono si questo sito siano di pura difesa corporativa dell’esitente e non una valutazione critica di quel che avviene nel settore per contribuire a cambiarlo?
Lo diciamo sottovoce, ma ormai questo sito ha un numero di lettori giornalieri oscillanti tra i 500 e gli 850. Le analisi statistiche dicono che il 60% di essi arriva da ricerche di parole chiave nei motori (tipo google, virgilio, ecc.) e che si limitano alla visione della pagina cercata. Ma caspita, il 40%, cioé tra i 200 e i 300 lettori ogni giorno, approfondisce la lettura. E’ a questo 40% che la redazione chiede uno sforzo di analisi e di progettualità: COME cambiare, in meglio, il settore funebre in Italia. A chi si sente toccato nel vivo la parola.
Di norma la risposta al quesito è data entro 3 giorni lavorativi.
Per quesiti complessi ci si riserva di non dar risposta pubblica ma di chiedere il pagamento da parte di NON operatori professionali di un prezzo come da tariffario, previo intesa col richiedente
Risposta a quesiti posti da operatori professionali sono a pagamento, salvo che siano di interesse generale, previa conferma di disponibilità da parte del richiedente.