Come aprire una attività di impresa funebre

E’ pervenuta in redazione una richiesta di informazione su come aprire una attività di impresa funebre, da parte di un marmista. Questo ha stimolato un confronto che si propone, attraverso la serie di commenti alla prima richiesta.

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198 thoughts on “Come aprire una attività di impresa funebre

  1. Quando non si ritiene di acquistare un’attività commerciale avviata si può affittarne l’esercizio installandosi come libero gerente mediante un canone da stabilirsi.

    Ovviamente se la norma regionale prevede determinati requisiti tecnici e formativi il gerente dovtà dimostrare di esserne in possesso.

  2. Ero un marmista e ho aperto un impresa funebre. Tutti i problemi per autofunebre con autorimessa a norma e servizio di necroscopi il tutto in regola etc non sono cosi complesse come non è così complessa la differenza di trattare e proporre lavori lapidei e saperli lavorare rispetto a fare i funerali completi di tutto.
    Sono a conoscenza di persone titolari di imprese funebri per nulla a modo o discrete e capaci di assistere i famigliari del caro estinto che si avvicinano a loro e pensano solo di arrricchirsi e metter da parte sodi invece che dare un servizio come si deve ma essendo le uniche in paese la gente va per forza da loro. Se l’impresario funebre corretto e capace, e ce ne sono tanti, vuole rispetto deve lasciare al marmista la possibilità almeno in parte di lavorare altrimenti non si lamentino se aprono imprese di onoranze funebri.
    Ora veniamo ai prezzi, da marmista faccio i prezzi onesti con il ricarico che ho sempre fatto e da impresario funebre faccio i prezzi come fanno altre imprese funebri con tanto di listino uguale per ogni cliente. Se si fermano da me bene altrimenti non calo le braghe e voglio esser rispettato per quello e come lo faccio. Non sono un vu cumprà !
    Per concludere, chi ha ereditato dal papà e dal nonno e dal bisnonno non pensi di avere un feudo suo nè in questo ne in altri settori ma il libero mercato per fortuna è una ricchezza dei e per i consumatori, le soddisfazioni per chi svolge una professione con amore sono ancor di più!

    Scusatemi per il testo in qualche punto confuso e duro ma in 5 minuti non posso nemmeno averlo controllato.

    I MIGLIORI SALUTI A QUESTO SPLENDIDO SITO E AGLI UOMINI DI BUONA VOLONTA’

  3. Al di là della battuta becera di sposare un miliardario…o un necroforo straricco, aprire ex novo un attività nel settore funerario non è affatto facile, occorrono ingenti capitali per assicurarsi mezzi, strutture e uomini.

    Servono infatti:

    1) almeno un’autofunebre con relativa rimessa
    2) un magazzino
    3) un ufficio per la trattazione degli affari
    4) i 4 necrofori per movimentare il feretro nelle varie fasi del funerale.

    Ovviamente si può ricorrere a tutte le forme contrattuali previste dalla Legge per garantire questi requisiti.

    Allo stato attuale, nella normativa nazionale, su cui la Regione Toscana non è ancora intervenuta, non vi è che la indicazione della circolare Ministero della sanità n. 24 del 24/6/1993, paragrafo 5.4, e quindi è elemento poco incisivo. Inoltre sussiste giurisprudenza sul fatto che una impresa funebre per poter operare deve essere in possesso, congiuntamente di autorizzazione di PS ex articolo 115 (ora di competenza del Comune) e autorizzazione al commercio per attività non alimentari. In genere si ritiene che la possibilità di disporre del carro funebre debba essere continuativa e quindi: proprietà, leasing, noleggio di lunga durata (ad es. almeno annuale) con specifico contratto. Occorre la disponibilità continuativa della apposita rimessa per carro funebre, rispondente ai requisiti di legge, e la localizzazione può essere anche in altro comune.

    Sarebbe, senz’altro più conveniente inserirsi in un’attività già avviata, per poi, magari, rilevarla piuttosto di dover partire ex novo.

    L’impresa funebre fornisce queste prestazioni:

    Disbrigo pratiche amministrative
    fornitura articoli funerari (cassa in primis, ma anche addobbi, accessori, necrologie…)
    Vestizione e composizione salma (sino alla chiusura del feretro)
    Trasporto funebre.

    Perchè non specializzarsi in uno di questi ambiti?

    Molto materiale didattico è già presente su questo sito.

    Conosco bene l’esperienza di una ex collega la quale dopo un intenso periodo di tirocinio prima presso una grande impresa funebre italiana, poi all’interno di una casa funeraria francese, era diventata abilissima nell’arte della vestizione ed offriva la propria disponibilità alle imprese funebri della propria zona, soprattutto per gli interventi più delicati, difficili ed, in qualche modo, scabrosi.

    In poco tempo è entrata a pieno titolo nel circuito delle onoranze funebri, come libera professionista.

  4. e se qualcuno laureato come me con il massimo dei voti e non trovando nessun lavoro, volesse (per mangiare e mettere su famiglia) aprire come attività un OF cosa dovrebbe fare?
    vivo in toscana, vicino Pisa.
    grazie della comprensione

  5. Chiedo scusa del ritardo, ho trascurato colpevolmente il dialogo con i lettori, molti commenti in questi giorni si sono affastellati e meritano una risposta.

    Procedo, quindi, per punti tematici, cercando una sintesi.

    Una buona strategia dovrebbe articolarsi sui seguenti punti programmatici:

    • Mantenimento della demanialità per le aree sepolcrali (Artt. 823 e 824 Codice Civile).
    • Sanzioni inasprite (anche e soprattutto di natura penale) contro la piaga dello sciacallaggio
    • Gestione delle medesime secondo la disciplina dei servizi pubblici locali
    • Costruzione e direzione di case funerarie aperte al capitale privato, ma regolamentate attraverso un’autorizzazione comunale d’esercizio.

    Quest’ultimo passaggio, in merito alle funeral homes merita un approfondimento.

    Secondo questa linea chi organizza locali di deposito ed osservazione per salme, strutture, quindi, assimilabile ad una casa funeraria, dovrà consentire l’accesso non solo ai propri clienti, ma anche all’utenza d’altre imprese funebri che, prive di un loro obitorio privato, chiedano di appoggiarsi ad una ditta concorrente.

    Naturalmente, su quest’aspetto così controverso si è già alzato il fuoco di sbarramento da parte di soggetti che puntano ad una gestione delle case funerarie più imprenditoriale e, quindi, mercantile e meno vincolata all’interesse comune o politico della cittadinanza.

    Lo strumento giuridico per affermare questa vocazione “istituzionale” delle case funerarie potrebbe, dunque, potrebbe esser proprio la definizione delle stesse come servizio d’interesse pubblico, soggetto a concessione comunale ed a tariffe calmierate.

    Si riafferma, così, il ruolo anche “sociale” delle norme di polizia mortuaria, poiché tale disciplina deve governare il mercato, imporre una gestione anche morale delle imprese ed individuare le tecnologie essenziali per ottimizzare l’erogazione dei servizi per il post mortem.

    ————————————————————–

    La discussione su quale sistema funerario adottare nel nostro paese si sviluppa soprattutto attorno a due fondamentali scelte: c’è chi pensa all’opportunità di importare, con i dovuti correttivi, la soluzione anglosassone, mentre altri operatori preferirebbero orientarsi verso l’esperienza continentale europea, con molta attenzione il modello francese.

    Oltre manica e negli States l’allestimento del rito, nella complessa relazione tra dolenti ed onoranze funebri, è, in parte, affidato ad una figura intermedia, sia essa un amico, un ministro di culto o altro individuo ed, in parte, all’impresario funebre, con lo svolgimento della cerimonia di commiato all’interno di strutture specializzate denominate “funeral home”.

    Da rimarcare, poi, è la non obbligata demanialità di campi santi e crematori.

    Le aree sepolcrali e gli impianti d’incinerazione, infatti, sono spesso proprietà di società o capitali privati.

    In Francia, invece, il cimitero mantiene la caratteristica giuridica di luogo esclusivamente pubblico, mentre le esequie avvengono sempre più in “chambres funeraires”, spesso attigue allo stesso sepolcreto e gestite direttamente da imprese funebri.

    Nei paesi di forte tradizione cattolica, come nel caso italiano, la cerimonia di suffragio è officiata prevalentemente in chiesa, quindi in un ambiente terzo rispetto al deposito d’osservazione (o domicilio) da cui parte il corteo funebre ed al luogo di destinazione finale della salma, ovvero il cimitero oppure l’ara crematoria.

    Attorno a queste tre grandi opzioni il mondo delle estreme onoranze sta vivendo una stagione d’intenso dibattito.

    Mentre i grandi gruppi finanziari, con consistenti interessi anche nel settore funerario, propendono per la confusa creazione di costosissime funeral homes e la piccola impresa, vero soggetto principe del comparto funebre italiano, vive questi cambiamenti epocali con una certa inquietudine che la paralizza, nella pur necessaria decisione di modernizzarsi, solo i comuni sembrano avere le idee chiare.

    Secondo me deve essere stabilita una netta separazione fra chi fa impresa funebre, con la logica del profitto, e chi fornisce supporto morale al lutto, così come anche gli spazi, nei quali tenere i riti commemorativi, non dovrebbero rientrare strettamente nel ciclo produttivo dell’impresa mortuaria, perché, nella sensibilità italiana, la camera ardente ha una profonda valenza sociale e, quindi, di pubblico servizio.

    L’attuazione di questa strategia prevede un serio impegno delle strutture sanitarie ad assicurare camere ardenti degno di un paese civile.

    Il luogo del funerale deve essere quello di decesso (casa o presidio sanitario), mentre chi pensa all’organizzazione, su esplicito mandato della famiglia in lutto, deve essere una persona cara, un religioso o, in ogni caso, un soggetto distinto dall’impresario funebre ed appositamente formato.

    Le specifiche le mansioni di questa nuova figura potrebbo riassumersi nel complesso ruolo del cerimoniere.

    Il maestro di cerimonia potrebbe così diventare il punto di equilibrio tra le istanze dei dolenti e l’organizzazione logistica dell’evento funerale.

    In Italia sono già stati attivati almeno due esempi, davvero significativi: nel tempio crematorio di Torino un’attrice professionista dal 1999 al 2000 ha accompagnato e condotto oltre 2000 funerali laici attraverso la riscoperta civile ed artistica del fenomeno morte, mentre a Roma, presso il cimitero del Verano un’operatrice è adetta ad accogliere con i dovuti onori il corteo funebre ed affianca la famiglia in lutto durante tutte crude e difficili fasi della sepoltura.

  6. La questione va risolta in sede di regolamento comunale, a patto che questo sia poi fatto davvero rispettare, anche elevendo le eventuali sanzioni amministrative, o nei casi più gravi revocando la l’autorizzazione necessaria per eseguire lavori in cimitero.

    Le operazioni cimiteriali sono monopolio del gestore del camposanto e non sono, quindi, materia di impresa funebre sempre se il regolamento comunale non disponga diversamente.

    Devono esser i necrofori del cimitero a tamponare i loculi o a scavare e riempire le fosse, anche perchè trattasi di atti a rilevanza igienico-sanitaria (ad esempio un loculo murato male non garantisce la perfetta ermeticità a liquidi e gas).

    Di solito per rimuovere materiali lapidei o altri arredi occorre una specifica autorizzazione (altrimenti potrebbero anche verificarsi dei furti) che deve esser esibita al responsabile del servizio di custodia (quando questi sia presente e soprattutto NON sia…CONNIVENTE!).

    Non si capisce come un’impresa funebre abbia libero accesso al cimitero e vi spadroneggi rimuovendo a proprio piacere le lastre tombali. Siamo fuori da ogni logica!

    Bisogna far pressione sugli organi di vigilanza, perchè applichino le norme anche in tema di concorrenza.

  7. anch’io sono un marmista della campania e mi trovo a combattere con un agenzia di pompe funebri che si accaparra i lavori relativi ai marmi nel cimitero togliendo le lapidi prima del funerale.
    ma è possibile che non ci sia un sistema legale per evitare questo?
    Il regolamento del cimitero prevede che i lavori di tumulazioni debbano essere fatti da personale addetto al cimitero ed invece li fanno loro proprio per poter portare via la lapide.
    Il comune fa orecchio da mercanteììììì
    per favore se avete qualche suggerimento datemelo o devo pure io aprire un’agenzia di pompe funebri.
    Purtroppo nella mia zona l’edilizia è ferma, la funeraria se l’accaparrano questi signori nessuno mi tutela ed io che devo fare?

    Ho un fratello socio e due bravi operai ma se le cose vanno avanti cosi preferisco chiudere all’ alternativa di rivolgermi a persone poco raccomandabili.

  8. Anch’io ho 32 anni e con le agenzie è tutto un macello , il problema stà nel fatto che quando contrattano il funerale contrattano pure il monumento togliendo il pensiero alla famiglia di andare a cercare dai vari marmisti per non parlare del fatto che risparmiano perchè le agenzie si accontentano di un guadagno piccolo che per loro è tutto di ritrovato…si dovrebbe rendere pane per focaccia aprendo appunto una agenzie e “regalando” il servizio funebre , ma è una politica sbagliata che danneggia tutti.
    Io ho una sociatà con una bella esposizionee un bel laboratorio, i lavori li faccio io personalmente dalla a alla z e i nostri prezzi sono veramente bassi ma non c’è niente da fare , la gente non ha voglia di sbattersi anche per queste cose e le agenzie gli levano il pensiero.

  9. Sono un marmista, 31 anni di età e dalle mie parti è quasi tutto in mano alle agenzie di onoranze funebri. Loro però gestiscono proprio come gestirei io se fosse un’agenzia di OF.

    Se trattasi di loculi, portano via la lastra prima del funerale e nel caso il cliente volesse andare altrove (esempio da me) le chiedono 150,00 per la rimozione/sistemazione della lastra e i tot. giorni si sistemazione provvisoria.
    Capite che su un colombaro da 900/1.000 euro non posso accollarmi io le 150,00 e fare inoltre un prezzo concorrenziale al cliente.
    Per i monumento ( 10li, perchè tombe di famiglia non cene sono ) fanno pagare 500,00 euro per la sistemazione provvisioria ( telaio in acciaio, vaso, luce e cartello plastificato con nome ) e poi fanni finta di scontarlo sul monumento.

    Se i monumento o i loculi sono tutti uguali fanno un prezzo” a pacchetto”, nel caso il cliente volesse andare da un marmista no riceverebbe alcuno sconto, del tipo paghi X e noi ti diamo tutto, se alcune cose non le vuoi affari tuoi.

    Inoltre, vanno di moda i prati verdi …

    L’ultima volta una OF ha bussato alla mia porta con il preventivo del suo attuale marmista, se facevo 100,00 in mero prendevo il lavoro …

    Ma dico io, 6.000 / 7.000 euro a funerale no mi sembrano pochi, hanno così tanto bisogno di portarci via una semplice epigrafe o un colombaro da 900,00 ???

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