Collegio infermieri Milano sospende cautelarmente dall'albo infermieri coinvolti nel racket pompe funebri

Nei confronti degli infermieri coinvolti nell’inchiesta sul racket dei funerali, scoperto dalla Procura di Milano, “vi e’ la necessita’ di assumere nel minor tempo possibile i provvedimenti disciplinari di sospensione cautelare dall’Albo”. Lo afferma Giovani Muttillo, presidente del Collegio infermieri Ipasvi di Milano-Lodi, sottolineando che “il Collegio Ipasvi, non appena apprese le notizie dalla stampa, si e’ fatto immediatamente carico del problema rivolgendosi direttamente alla Procura della Repubblica di Milano per poter acquisire i nominativi degli infermieri indagati”, annuncia oggi in una nota. “Rimane aperto il problema della tutela dell’immagine della professione lesa e offesa dai gravissimi comportamenti che s’intravedono chiaramente dalle informazioni uscite sulla stampa – aggiunge Muttillo – Per questo il Collegio assumera’ le iniziative necessarie per tutelare la professione, ma non si esclude la possibilita’ e l’opportunita’ che in seguito, in sede processuale, il Collegio agisca in giudizio quale parte lesa dalle odiosi azioni criminose messe in atto”, precisa il presidente dell’Ipasvi locale. Il Collegio Ipasvi di Milano-Lodi definisce il racket smascherato nel capoluogo lombardo, con decine di arresti tra infermieri e impresari di pompe funebri, “un nuovo e gravissimo scandalo che ha investito a Milano la sanita’ pubblica e privata – si legge nella nota – lasciando una profonda ferita in tutti coloro, imprenditori e professionisti, che non solo credono nell’importanza del ruolo sociale del loro lavoro, ma che considerano l’etica una componente essenziale della loro identita’ professionale e della qualita’ del servizio reso”. Le dimensioni assunte dal cosiddetto ‘racket del caro estinto’ vengono definite dall’Ipasvi “impensabili” e “di inaudita gravita'”. Un business “disumano”, che “colpiva alle spalle parenti e famiglie nel momento del massimo dolore”. La perdita di una persona cara. “E’ anche uno scandalo che deve scuotere il mondo dei professionisti sanitari – commenta Muttillo – e che offende profondamente i tanti infermieri che con serieta’, impegno e in moltissimi casi con dedizione si mettono a disposizione delle persone che richiedono cure”. E la gravita’ del caso “si percepisce ancor di piu’ – prosegue il comunicato – perche’ il fenomeno non e’ un fatto isolato, ma ha colpito grandi ospedali, pubblici e privati, per anni e quasi senza significative resistenze, senza che le direzioni e l’organizzazione se ne accorgessero. E questo lascia aperte nuove domande e aspetti inquietanti. Gravissima e’ la responsabilita’ degli autori, ma sarebbe grave anche sotto il profilo penale la responsabilita’, qualora accertata, di chi aveva il compito e il dovere di vigilare affinche’ fatti cosi’ abbietti fossero evitati o contrastati al loro nascere”, chiude il Collegio milanese.

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