Campania: legge sui requisiti per svolgere l’attività funebre. La posizione di Assofuneral

Veniamo a conoscenza e pubblichiamo le seguenti dichiarazioni:


“Invieremo a breve una lettera al Governatore Vincenzo de Luca e ad altri esponenti della Regione Campania per dissociarci totalmente da quanto (anche a mezzo stampa) hanno chiesto altri impresari funebri in queste ore. Nonostante tutte le difficoltà del caso, la Legge Regionale sul Comparto Funebre ha permesso di mettere all’angolo alcuni fenomeni tristemente noti nello scorso decennio.
Può essere migliorata, certo, ma non negata nei principi“.
Lo afferma Assofuneral, Associazione Italiana Imprese Funebri, a ridosso della scadenza del 30 giugno dell’ennesima deroga concessa agli impresari funebri campani prima della piena entrata in vigore della Legge che regolamenta il settore, al palo dal 2013.

“Fa sorridere- commentano i vertici dell’associazione – la fuga in avanti di Federcofit che incontra in separata sede il Commissario alla Sanità Vincenzo Alaia per chiedere nei fatti quasi di ‘chiudere un occhio’ per imprese che in 10 anni (10!) dall’approvazione della Legge Regionale non sono riuscite a mettersi in regola con quanto stabilito dalla stessa Legge per l’iscrizione al Registro regionale delle Imprese Funebri.
A scapito, chiaramente, di tutti quegli operatori che nel rispetto di principi di legalità e trasparenza e a proprie spese hanno provveduto a mettersi in regola con quei minimi requisiti richiesti da tale legge, come personale adeguatamente formato“.

“Provvedere a autorizzare consorzi e subappalti (come chiede Federcofit) per permettere a tutti di aggirare le richieste specifiche di attrezzature e personale interno formato – spiegano da Assofuneral – è un passo indietro e un rischio che certo non può permettersi un territorio martoriato in passato, come dimostrano vecchi casi di cronaca che hanno guadagnato le pagine dei giornali gettando discredito su un’intera categoria.
Alle imprese funebri viene chiesto da Legge Regionale solo di essere in regola con personale assunto e strumenti.
Se un’impresa funebre non riesce a garantire tali requisiti, che mercato fa?
Al contrario, il rischio di alimentare un nuovo mercato di precari della professione funeraria inquadrati come rider o di smantellare un’eccellenza regionale con cartelli che abbattono i prezzi mettendo in discussione ogni buona norma di libero mercato è follia totale”.

“Per questo – chiude la nota di Assofuneral – abbiamo chiesto alla Regione che venga istituito un tavolo di concerto in vista della scadenza della deroga del 30 giugno. Se c’è da migliorare una legge di dieci anni fa, che comunque ha mostrato la sua validità e ha permesso di regolarizzare molti aspetti della vita delle imprese funebri, ben venga e vogliamo che tutti offrano il proprio contributo derivante dalla propria esperienza. Ma non accettiamo che dopo 10 anni di propri interessi alcuni chiedano alla Regione di continuare a trovare un modo per aggirare quanto stabilito dal legislatore, a scapito di chi invece quelle regole le ha fatte proprie dal primo momento“.

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