Prima la bomba che nella notte tra il 7 e l’8 settembre 2008 ha devastato la vetrina di una delle agenzie della impresa funebre S.Siro, precisamente quella di via XXV aprile a Cinisello Balsamo, per la quale riportiamo per esteso l’articolo “Bomba devasta l’agenzia San Siro.Autobus rischia di saltare in aria” a firma Valentina Rigano, pubblicato su www.cronacaqui.it del 9 settembre 2008:
Una forte esplosione, poi un bagliore che ha illuminato l’area circostante per un paio di secondi. Domenica, intorno alla mezzanotte, un ordigno ha devastato la filiale delle Pompe Funebri San Siro di via XXV Aprile. Tanti danni, ma nessun ferito, anche se la deflagrazione ha rischiato di investire in pieno un autobus di linea che stava transitando con a bordo una decina di passeggeri. I titolari non hanno dubbi: dietro l’attentato c’è la mano della malavita organizzata, probabilmente della ’ndrangheta. Lo scenario è quello del controllo del business dei funerali, una torta ricca su cui il racket ha messo gli occhi da decenni.
La bomba, di fabbricazione artigianale, è stata posizionata davanti alle vetrine dell’agenzia. L’esplosione ha distrutto un muro, le vetrine, gli infissi e gli interni, danneggiando anche due auto parcheggiate, una Ford Fiesta ed una Mercedes classe A. I residenti delle palazzine limitrofe sono stati bruscamente svegliati dal boato. Sono stati loro, insieme all’au ti st a dell’autobus bus di linea che per puro caso si era fermato poco più indietro per lasciar salire un passeggero ritardatario, a dare l’allarme al 113 e ai Vigili del Fuoco. Sul posto sono intervenuti anche gli agenti del Nucleo di Polizia Scientifica. La Procura di Monza ha aperto un fascicolo contro ignoti e avviato le indagini per risalire ai responsabili. Non si esclude alcuna pista. E a dare voce e nome ai sospetti, sono gli stessi titolari dell’Impresa, i quali sono fermamente convinti si tratti di un’azione intimidatoria della malavita organizzata.
«Quello di domenica notte è l’ennesimo atto criminoso compiuto a danno delle nostre strutture», spiega il portavoce della San Siro. «Siamo preoccupati ed allarmati per il ripetersi di questi episodi, ma fiduciosi nell’operato dei magistrati e delle forze di Polizia che da mesi sono impegnate nel dare volto e nome ai criminali che tentano di impedirci di crescere con ogni mezzo ». La San Siro, storica impresa milanese di proprietà dei fratelli Massimo ed Alcide Cerato, con 17 sedi dislocate tra Milano città, hinterland e Brianza, ha subito svariati attentati. Nel 1993 un incendio distrusse la loro sede di Abbiategrasso, oltre a due piani sovrastanti della palazzina di Piazza Castello 4, dalla quale erano stati sgomberati tutti gli inquilini. Anche allora le indagini avevano rivelato la mano del racket .
Voci di corridoio parlano anche del tentativo di rapimento di un membro della famiglia, avvenuto qualche anno fa. Sulla vicenda quindi, si allunga l’ombra della ’Ndrangheta, ormai radicata ed operativa nel territorio e pronta a tutto per il controllo di redditizie attività commerciali.
A questo epidodio inquietante, di recente, a Rozzano (nei pressi di Monza nell’hinterland milanese), si aggiunge che è stato rinvenuto l’11 settembre 2008 e poi fatto brillare un ordigno rudimentale collocato nel parcheggio della camera mortuaria dell’ospedale Humanitas. Secondo quanto riportato nell’articolo “Bomba nell’obitorio dell’Humanitas, terrore in ospedale” a firma di Massimiliano Gull, pubblicato su www.cronacaqui.it il 12 settembre 2008, “a Rozzano sono due le agenzie di pompe funebri: la San Siro (finita nel mirino domenica notte a Monza) e la “Pompe Funebri Maggiore Di Gramendola F.G.”“. E quindi il filo che lega i due episodi è la presenza degli interessi della San Siro. Le indagini sono soprattutto rivolte nella direzione del racket delle agenzie funebri.