Bari: la criminalità organizzata ha imposto il racket del caro estinto a Bari

”Se non chiamate la ditta Porcelli qui scoppia la guerra”. Si scomodo’ addirittura il boss Antonio Di Cosola – secondo i carabinieri – per minacciare i necrofori dell’ospedale Di Venere di Bari che avevano osato avvertire una ditta di pompe funebri concorrente a quella di Rosa Porcelli sui decessi di alcuni pazienti del nosocomio. Di Cosola, infatti, risulta formalmente dipendente della ditta Porcelli. Nell’ottobre 2006 i necrofori furono attirati davanti all’ospedale Di Venere con un pretesto. All’improvviso videro arrivare il boss con alcuni suoi uomini che, con fare minaccioso, imposero ai dipendenti del nosocomio di rispettare la regola del clan mafioso: ”Gli affari si fanno solo con la ditta Rosa Porcelli”. La donna, suo marito, Pellegrino Labellarte, e lo stesso Di Cosola sono stati condotti in carcere stamattina dai carabinieri con l’accusa di aver capeggiato una delle cinque associazioni per delinquere operative in altrettanti nosocomi baresi. Ai tre e’ anche contestata l’aggravante di aver favorito un’associazione mafiosa.

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