Attilio Cesarano, noto imprenditore funebre campano, è stato assolto dopo una lunga battaglia giudiziaria

«Assolto per non aver commesso il fatto». E’ questa la pronuncia della Corte d’Appello di Napoli nei confronti di Attilio Cesarano, l’imprenditore stabiese accusato di aver costruito un monopolio nel settore delle pompe funebri grazie al supporto della camorra.
qualche giorno or sono si è conclusa un’ennesima puntata, forse quella finale, sulla vicenda che ha visto Cesarano al centro di un lungo iter giudiziario iniziato con una condanna a 14 anni di reclusione, mentre in Appello la pena era scesa da 14 a 12 anni.
Nel giugno del 2018 la Cassazione cancellò la condanna scagionando l’imprenditore delle pompe funebri.
Dopo diversi anni di carcere Cesarano, a gennaio del 2018, era stato scarcerato dopo una sentenza di assoluzione in un altro processo che lo vedeva accusato di aver commesso delle estorsioni ai danni di altre agenzie funebri.
La difesa ha così smontato il castello accusatorio e l’imprenditore è stato assolto.
Secondo l’accusa Attilio Cesarano aveva messo le mani sull’affare del caro estinto senza avere nessun tipo di concorrenza grazie all’aiuto del clan. La zona dove si sarebbe consumato il monopolio dei funerali è quella dei comuni di Marano, Calvizzano e Quarto.

Ora, gli avvocati difensori di Cesarano, stanno valutando la possibilità di richiedere un risarcimento danni allo Stato per gli anni di carcere e le restrizioni domiciliari in cui è finito il loro assistito.

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