Arrestato impresario funebre a Bolsena

I carabinieri di Montefiascone (vicino a Bolsena), hanno arrestato tra gli altri Spartaco Pasquini, insieme ad altre 10 persone nell’ambito dell’operazione Lions. Un maxiblitz che ha fatto emergere una rete di persone collegate da una lunga lista di reati: usura, minacce, furto, detenzione di droga e armi, ricettazione di opere d’arte. Il Pasquini era l’unico impresario di pompe funebri di Bolsena. Secondo gli inquirenti la vicenda nasce dalle coontestazioni in Consiglio Comunale di un consigliere di minoranza che lamentava l’aumento delle tariffe per un appalto fatto a misura della sola impresa funebre di Bolsena. Il consigliere di minoranza chiedeva maggiore trasparenza e una vera gara d’appalto. A seguito di quelle sue affermazioni ha ricevuto una busta intimidatoria con dei proiettili. Stessa busta per un carabiniere che indagava sulla questione. E alla fine gli inquirenti hanno ritenuto di individuare nel Pasquini il mandante di queste intimidazioni. Allo stesso Pasquini è contestato anche l’episodio della testa d’agnello sanguinante fatta trovare fuori dalla porta di casa a un imprenditore della zona, anche lui titolare di un’agenzia funebre. In questo sarebbe stato aiutato da S.M., 46enne calabrese residente a Bolsena, finito in arresto con Pasquini nell’ambito dell’operazione Lions. Per ora l’interrogatorio di garanzia per gli 11 arrestati (sette in carcere e quattro ai domiciliari) non è ancora stato fissato.

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