Il procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo, il capo del centro operativo Dia Paolo La Forgia ed il comandante provinciale dei carabinieri di Latina Roberto Boccaccio e il gip Cecilia Demma hanno reso noto di aver contestato agli indagati fratelli Venanzio e Carmelo Giovanni Tripodo, a seconda delle posizioni, i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, associazione per delinquere, corruzione, falso e abuso d’ufficio. Il teatro delle attività illecite si trova a Fondi (LT) dove, secondo quanto accertato, sarebbero finiti, in seguito alla guerra tra cosche di Reggio Calabria, i proventi dell’attività di spaccio e di usura realizzati dal clan Tripodo. Il danaro sarebbe stato reinvestito in società che operavano nei settori del mercato ortofrutticolo, delle pulizie, delle onoranze funebri e dei traslochi.