Abruzzo: si discute sui requisiti strutturali per poter esercitare attività funebre

Il Consiglio regionale dell’Abruzzo a breve sarà chiamato ad esprimersi sulla eliminazione o meno dell’obbligo di possesso di almeno un carro funebre da parte di una impresa funebre che voglia operare nella regione.
A favore del mantenimento dell’obbligo tutte le maggiori e storiche Associazioni di categoria. Contro l’ANIFA, che ha rilasciato alcune dichiarazioni per bocca del suo presidente Rullo.

Spiega Rullo, «si tratta di creare barriere all’entrata basate sul mero capitale. Noi immaginiamo un mercato dove le barriere sono erette dalla capacità professionale»
La cosa strana è che nel frattempo si sta approvando la riforma del settore funerario in Parlamento, che prevede non solo il minimo della disponibilità continua del carro funebre, ma anche di un numero minimo di persone in regola.

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One thought on “Abruzzo: si discute sui requisiti strutturali per poter esercitare attività funebre

  1. Le associazioni maggiori e storiche con la loro politica sindacale hanno contribuito a creare solo confusione.
    Da anni la categoria non ha una visione strategica, non ha cognizione della sua reale forza, non sa valorizzare la sua specialità.
    L’attività sindacale negli ultimi 15 anni si è ridotta ad elemosinare barriere al libero mercato basate solo sulla dotazione di capitale.
    La normativa italiana prevede da decenni la disponibilità continuativa del carro funebre, il trasporto funebre può essere svolto solo con automezzi speciali con determinate caratteristiche.
    Il combinato disposto della normativa sul lavoro e sulla sicurezza sul lavoro, impone che durante un servizio funebre dove è previsto movimentazione manuale dei carichi occorre utilizzare personale dipendente in numero congruo ovvero non meno di 5.
    Pertanto in un sistema di controlli puntuali ed efficaci certe distorsioni, certe furbizie, certe illegalità non dovrebbero avere vita facile.
    Si preferisce proporre normative astruse contrarie ai principi costituzionali di libera iniziativa economica pur di non affrontare le reali problematiche del settore.
    E’ possibile, è necessario ed è giusto pretendere una normativa ad hoc del settore, l’ANIFA alcune proposte le ha fatte.

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