A Reggio Emilia a giudizio 3 lavoratori dei servizi necroscopici ospedalieri e 5 imprese funebri per racket del caro estinto

L’azienda ospedaliera Santa Maria Nuova di Reggio Emilia ha deciso di tutelare la sua immagine costituendosi parte civile contro tre necrofori suoi dipendenti e contro cinque imprese di pompe funebri, accusati di aver creato una sorta di racket del caro estinto. I tre operatori della camera ardente dell’arcispedale, secondo l’accusa, dietro compenso suggerivano ai famigliari delle persone decedute l’impresa di pompe funebri cui rivolgersi per i funerali. Sotto inchiesta sono finiti i tre dipendenti e i titolari di cinque agenzie, per un totale di 11 persone: le onoranze funebri Tedeschi, Cavazzoni, Mdb, Bola e Cantoni. L’accusa per tutti è di associazione a delinquere e di corruzione. Se riconosciuti colpevoli il Santa Maria Nuova chiederà un risarcimento per il danno d’immagine subito. Il giudice per l’udienza preliminare ha accolto la richiesta di rito abbreviato, mettendolo in calendario per il 1/2/2011. Il rito abbreviato prevede che non saranno sentiti testimoni e che il processo si baserà sugli atti raccolti nell’inchiesta. La pubblica accusa ha raccolto a suo tempo intercettazioni telefoniche e ambientali. Per i tre necrofori, che hanno scontato anche un periodo di arresti domiciliari, è stato aperto un procedimento disciplinare, sospeso in attesa della conclusione del processo penale.

I tre necrofori erano al lavoro alle camere ardenti dell’ospedale e ‘suggerivano’ ai familiari in lacrime l’impresa funebre a cui rivolgersi, con pagamenti in contanti da parte delle imprese funebri di non meno di 100 euro a segnalazione.

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