A processo per intimidazioni e per aver costituito un racket del caro estinto a Massafra

Rischiano fra i cinque e i due anni di reclusione i venti imputati nel processoche si svolge a Taranto per fatti accaduti a Massafra riguardanti presunte mazzette pagate da alcune agenzie funebri ad autisti di ambulanze e associazioni convenzionate col 118 per battere la concorrenza sul tempo e accaparrarsi i funerali. Sotto accusa sono finiti titolari di agenzie funebri, dipendenti dell’Asl, autisti delle ambulanze e ausiliari delle associazioni convenzionate con l’azienda sanitaria e col 118. I reati contestati vanno dall’illecita concorrenza con violenza e minaccia, al peculato, alla violazione del segreto d’ufficio, al furto, alla corruzione, alla truffa, al falso, alla detenzione illegale di armi. Stando alla ricostruzione dell’accusa, gli indagati avrebbero dato vita ad un sistema illecito finalizzato a favorire tre agenzie. Oltre alle mazzette, il sistema illecito si sarebbe basato anche su minacce e danneggiamenti. Fra le agenzie finite nel mirino della magistratura, figurano “L’Umanità” di Tommaso Liuzzi, “Il Tulipano” di Anna Resta e Giuseppe Loperfido e la “Turbato”, di Silvio Turbato. Sotto la lente d’ingrandimento è finita anche la “Mottola Soccorso”, i cui gestori, da quanto appurato dagli inquirenti, sono gli stessi titolari dell’agenzia “Il Tulipano”, sempre di Mottola.
L’Asl si è costituita parte civile tramite l’avvocato Emidio Attavilla chiedendo un risarcimento danni pari a 680.000 euro e una provvisionale di complessivi 100.000 euro che gli imputati dovranno versare in caso di condanna. La sentenza è attesa per fine marzo.

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