Ventidue informazioni di garanzia con contestuale avviso di chiusura delle indagini sono state notificate dai carabinieri a titolari di agenzie funebri e dipendenti dell’Azienda sanitaria locale di Taranto nell’ambito di un’inchiesta su illecita concorrenza, minacce, violenza, detenzione abusiva di armi, rivelazione di segreti di ufficio, furto, truffa aggravata ai danni dello Stato, peculato, corruzione e falso. Dall’inchiesta, avviata due anni fa in seguito a numerosi incendi dolosi di autovetture e immobili rurali, è emerso che i titolari di varie agenzie funebri di Palagiano e Mottola (TA) non esitavano a ricorrere a intimidazioni e danneggiamenti per accaparrarsi le commissioni da parte dei parenti dei deceduti con minacce e violenze anche con l’utilizzo di armi da fuoco.
Tali agenzie sfruttavano le informazioni di carattere riservato riferite loro da dipendenti dislocati presso la postazione del 118 dell’ospedale di Mottola per giungere per primi sui luoghi degli incidenti stradali mortali, nonchè presso le abitazioni, dove di volta in volta veniva richiesta l’assistenza sanitaria a malati gravi.
Tutto ciò per aggiudicarsi in via esclusiva il contratto di fornitura di servizi funebri per le esequie dei deceduti. Inoltre le stesse agenzie venivano informate da alcuni dipendenti del medesimo presidio sanitario sulle precarie condizioni di salute dei degenti all’interno dell’ospedale sempre ottenere l’affidamento delle esequie.
Durante l’attività investigativa sono emerse anche responsabilità penali a carico di pubblici ufficiali ed incaricati di pubblico servizio dell’Asl di Taranto che avrebbero agevolato le agenzie funebri nell’espletamento della parte burocratica in cambio di soldi e si sarebbero appropriati di denaro spettante all’erario consegnato loro dalle imprese dei servizi funebri.
Gli stessi pubblici ufficiali avrebbero falsificato atti relativi alle operazioni di apposizione dei sigilli sulle bare e, in concorso con alcuni dipendenti comunali in servizio al cimitero, marcato di volta in volta il badge segnatempo facendo risultare falsamente la loro presenza sul posto di lavoro