20 rinvii a giudizio a Taranto a seguito inchiesta su racket caro estinto

Il gup del tribunale di Taranto Pompeo Carriere ha rinviato a giudizio 20 persone – tra titolari di agenzie di pompe funebri, infermieri dell’ospedale di Mottola, dipendenti comunali e funzionari della Asl – al termine dell’inchiesta sul presunto accaparramento dei servizi funebri. Gli imputati sono accusati a vario titolo di illecita concorrenza, minacce, violenza, detenzione abusiva di armi, rivelazione di segreti di ufficio, furto, truffa aggravata ai danni dello Stato, peculato, corruzione e falso.

Dall’inchiesta è emerso che i titolari di varie agenzie funebri di Palagiano e Mottola (Taranto) ricorrevano anche a intimidazioni e danneggiamenti per accaparrarsi le commissioni da parte dei parenti dei deceduti. Le stesse agenzie sfruttavano le informazioni di carattere riservato riferite loro da dipendenti del 118 dell’ospedale di Mottola per giungere per primi sui luoghi degli incidenti stradali mortali, nonchè presso le abitazioni dove, di volta in volta, veniva richiesta l’assistenza sanitaria a malati gravi.

Altri due imputati hanno patteggiato la pena: due anni e sei mesi di reclusione per l’ispettore sanitario che si occupava del servizio di polizia mortuaria, Guiscardo Antonello Legari, accusato di corruzione; otto mesi (pena sospesa) per Vittorio Marcoleoni, ispettore di igiene dell’Asl. Il processo inizierà il 7 ottobre prossimo. L’Asl di Taranto si è costituita parte civile e ha chiesto un risarcimento di 680mila euro.

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0 thoughts on “20 rinvii a giudizio a Taranto a seguito inchiesta su racket caro estinto

  1. X Antonio,

    in estrema sintesi: è la Legge Penale a vietare e, soprattutto, punire il racket del caro estinto. L’unica soluzione possibile, in uno stato di diritto, è la segnalazione di tali malversazioni (corruzione, concussione, minacce, illecita concorrenza, rivelazione di segreto d’ufficio…) alla Magistratura. La Legge Regionale non può intervenire in tema di reati, perché la materia penale è di sola competenza statale.

  2. Usanza purtroppo comune anche dalle mie parti in Romagna. Mi occorrerebbe sapere la norma che vieta tali comportamenti, in modo da prendere adeguati provvedimenti contro i concorrenti miserabili che seguono abitualmente tali atteggiamenti deprecabili.

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