Giovedì, primo novembre 2008: Ognissanti, solennità cattolica che si celebra, ogni primo giorno dell’undicesimo mese dell’anno, in onore di tutti i Santi, Martiri, Confessori della Fede e semplici cristiani morti in grazia di Dio e, di conseguenza, accolti nella beatitudine senza fine.
Diverse testimonianze provano come, già in epoca paleocristiana, questa gloriosa ricorrenza fosse un consolidato costume nell’antichissima comunità ecclesiastica di Antiochia.
Gregorio IV (827-824) la proclamò, allora, festa universale fissandone l’attuale data, siccome prima si svolgeva il tredici di maggio del calendario giuliano, ma solo dal 1475 la festività fu riconosciuta in tutto il mondo cristiano.
L’arcaica celebrazione di Halloween colloca la sua incerta origine in quel nebuloso sostrato di leggende e narrazioni, di carattere fantastico, tipico delle tradizioni celtiche che rimasero molto sentite e vive anche quando la chiesa di Roma stabilì il proprio primato, non solo spirituale, sulla religiosità delle popolazioni europee.
Le stesse autorità ecclesiastiche, per non turbare l’ordine sociale, favorirono la commistione tra dottrina cristiana e mitologie pagane.
Agli antichi culti pagani, sempre fortemente radicati, soprattutto nelle campagne, si sovrapposero allora aneddoti evangelici, intenti catechistici e storie dei Santi così da conciliare i dettami della nuova fede con le pratiche millenarie delle vecchie credenze diffuse nell’Europa settentrionale.
Secondo remoti racconti della cultura popolare, tanto cara agli spiriti romantici dell’ottocento tedesco, nella notte di Halloween, situata nei lunari delle civiltà bretoni al confine tra la stagione della luce ed i lunghi mesi di tenebra, si spalancavano le porte del regno oltremondano e per le anime dei defunti era più facile varcare la soglia che le separava dal mondo dei vivi.
Il giorno di Ognissanti però, anche dopo la riforma introdotta da Gregorio IV, continuò ad alimentare mito e visioni, popolati da druidi, spiriti infernali ed eroi, assieme a narrazioni, tipiche dell’epoca precristiana, sul ritorno delle anime dalle nebbie dell’Aldilà.
Così, nel X secolo, fu istituito il giorno dei morti da festeggiarsi il Due di Novembre, e dedicato al ricordo di tutti i defunti.
Durante queste celebrazioni, il carattere magico ed apotropaico spesso prevaleva sugli aspetti dottrinari.
I partecipanti a quest’immaginario teatro dell’aldilà, che si svolgeva nelle piazze di borghi e città nell’alto medioevo, si travestivano da angeli, santi o demoni mimando la cruenta, infinita battaglia tra schiere celesti e potenze infernali per il dominio sul creato, proprio come accadeva in precedenza nei riti Celtici, quando gli uomini si travestivano con pelli d’animali per scacciare o esorcizzare le presenze nefaste delle creature infernali.
La prima denominazione della festa nei dialetti locali da cui sarebbe nata la lingua inglese era ALL HALLOWS’ DAY ossia il GIORNO (day) di TUTTI (all) i SANTI (Hallows).
Siccome, un tempo, come ci riferisce anche Cesare nel “De Bello Gallico”, il conteggio delle 24 ore di un giorno aveva inizio con il tramonto, l’officio della liturgia intitolata a tutti i Santi incominciava la sera del 31 ottobre.
Per questa ragione, una volta giunti al crepuscolo dell’ultimo giorno d’ottobre i fedeli si consideravano già pienamente entrati nella solennità d’Ognissanti, e parlavano di ALL HALLOWS’EVE ossia vigilia di Tutti i Santi, formula linguistica che venne contratta prima in HALLOWS’EVEN, cioè sera di tutti i Santi, poi nella versione definitiva di HALLOWEEN.
…. mmm allegria… voglia di vivere saltami addosso.
… sito di una noia mortale…
amen
😛