Dall’Igloo di Mario Merz ai progetti per il ponte di Messina, dalla casa per il sogno e la creatività di Baruchello alle stanze astratte di Toyo Ito, dalle Orme di Boetti al letto bianco di Domenico Gnoli, il nuovo allestimento delle collezioni (di arte e architettura) del Maxxi è una ripartenza per il museo romano, che nella trasformazione degli spazi ideati da Zaha Hadid si apre sulla città. Una rilettura delle raccolte che, nel ribadire l’identità del museo romano, è andata passo passo a un profondo “lavoro di ricerca, scavo, comprensione del mondo”, ha detto Giovanna Melandri, presidente della Fondazione Maxxi, prima di accompagnare il Presidente Mattarella e il ministro Franceschini nella visita inaugurale.
Nel nuovo allestimento la collezione è pensata come un corpo vivo e dinamico, fatto di opere esposte a rotazione, donazioni, comodati e prestiti, che si snodano in un racconto di come “artisti e architetti si siano confrontati con l’dea di spazio abitabile, dalla città agli ambienti più intimi”.
Gran cerimoniere dell’evento Pietro Barrera, che oltre ad essere il Segretario Generale del MAXXI è pure il Responsabile nazionale SEFIT.