Francesco Lizzani (figlio di Carlo Lizzani), Chiara Rapaccini (compagna di Mario Monicelli), Carlo Troilo (autore di “Liberi di morire”) e Mina Welby (co-presidente della Associazione Coscioni) mandano questa lettera aperta al Presidente del Consiglio – pubblicata ieri su www.micromega.net – in occasione del convegno sulla libertà di scelta sul fine vita che MicroMega organizza giovedì 5 giugno a Firenze con Eduard Verhagen, "padre" del protocollo olandese per l’eutanasia neonatale.
di Francesco Lizzani, Chiara Rapaccini, Carlo Troilo e Mina Welby
Stimato Presidente, ora che le elezioni europee sono passate ed hanno premiato la Sua linea di rinnovamento, Le scriviamo per richiamare la Sua attenzione su un tema – la legalizzazione della eutanasia – su cui una larga maggioranza degli italiani esprime da tempo il suo consenso. Giovedì 5 giugno parteciperemo a Firenze – la sua città – a un convegno su questo tema, organizzato dalla rivista MicroMega e che avrà come relatore Eduard Verhagen, direttore del dipartimento di pediatria dell’università di Groningen e uno dei “padri” della legislazione olandese e belga in tema di eutanasia.
La mancata soluzione del problema della “morte dignitosa” ha queste conseguenze, da noi pubblicamente denunciate e da nessuno smentite: ogni anno, in Italia, mille e più malati si suicidano e più di mille tentano invano di farlo; ed ogni anno 30.000 malati terminali muoiono nei reparti di rianimazione con l’aiuto attivo di medici pietosi e coraggiosi, costretti a praticare l’eutanasia clandestina dalle norme di un codice penale che risale al 1930 e non a caso segue solo di un anno il Concordato fra il regime fascista e il Vaticano.
Chi, come noi, ha vissuto il dramma incancellabile della fine dolorosa o del suicidio di una persona cara cui era stata negata la possibilità di una “morte degna” avverte con angoscia l’indifferenza della classe politica dinanzi ad una realtà così drammatica. Abbiamo tentato, con una serie di iniziative pubbliche, di richiamare il Parlamento a quello che è un suo dovere, imposto dalla Costituzione: discutere delle proposte di legge di iniziativa popolare come quella presentata dalla Associazione Luca Coscioni con 70 mila firme di cittadini/elettori. Abbiamo avuto, per questa nostra richiesta, il sostegno pubblico ed appassionato del Presidente della Repubblica, cui sono seguiti gli impegni del Presidente della Camera e di molti altri autorevoli esponenti dei due rami del Parlamento.
Eppure, a quasi 300 giorni dal deposito della legge e a 70 giorni dal messaggio del Capo dello Stato nulla si muove. Per questo ci rivolgiamo ora a Lei ed al Suo governo. Non permetta che l’Italia, che assumerà a breve la presidenza di turno della Comunità Europea, sia additata come il paese più arretrato sul piano dei diritti civili. In particolare, per quanto riguarda l’eutanasia, solleciti il Parlamento a compiere il proprio dovere ed a frenare con leggi coraggiose quella che non esitiamo a definire una “strage degli innocenti”.
Siamo certi che la sua fede religiosa non sarà d’ostacolo, poiché le tradizioni del cattolicesimo laico cui Ella ha più volte fatto riferimento Le consentiranno di agire su questo terreno guardando innanzitutto alla volontà dei cittadini e non lasciandosi condizionare dai veti dei cattolici oltranzisti.
Con viva cordialità e certi della sua attenzione
Francesco Lizzani, figlio di Carlo Lizzani Chiara Rapaccini, compagna di Mario Monicelli Carlo Troilo, autore di “Liberi di morire” Mina Welby, co-presidente della Associazione Coscioni