“Cadaveri imbellettati, fiori profumati, bare per tutti i gusti… Venite, signori, venite. La morte è bella. E mette poi così paura? Se lo chiede Nel numero dei +, spettacolo teatrale di e con Gianfelice Facchetti, figlio dell’indimenticato Giacinto, in scena dal 9 al 28 ottobre al CRT Salone di Milano.
Si può amare la morte?”
Questo è l’inizio di un interessantissimo articolo di Simona Santoni, intitolato “Gianfelice Facchetti porta in scena la morte “Nel numero dei +””, pubblicato l’8 Ottobre 2007 su Panorama.it – Cultura e società. L’articolo nel descrivere le motivazioni alla base del lavoro teatrale del Facchetti, affronta tematiche di sicuro interesse anche per gli operatori del settore funerario, come la tanatocosmesi. In proposito si riporta un altro brano particolarmente significativo, rimandando alla lettura dell’intero pezzo, chi la vorrà fare.
“Dal mio spettacolo e da un’indagine fatta” dice Facchetti “credo la morte oggi assuma un aspetto ridicolo, che nasce da una sua negazione. I cadaveri vengono abbellitti in una maniera non pertinente, con interventi di estetica che mirano a togliere la parvenza di morte. E questo è assurdo, è un non voler riconoscere i veri segni, trasformandoli addirittura in attraenti, e di conseguenza ridicoli. E al di là dell’esperienza goliardica del calendario con le ragazze sui cofani delle bare” continua Facchetti “nella quotidianità c’è la volontà di liquidare le cose quando si presenta il loro aspetto più difficile. C’è un atto di rifiuto non troppo diverso da come funziona con gli oggetti. Senza voler fare morale, dietro c’è qualcosa di consumistico. La morte va messa quanto più lontana. Anche a Milano stanno sorgendo palazzine cimiteriali fuori dalla città, imboscate, come se la morte sia qualcosa di pornografico”.
L’intero articolo (da non perdere, come lo spettacolo teatrale) è visibile cliccando qui
Fonte: http://blog.panorama.it e www.cenalora.it