In un crematorio si producono rifiuti classificati come speciali e sono rappresentati soprattutto da:
a) polveri, fanghi, filtri, reagenti ed altri rifiuti derivanti dalla depurazione dei fumi;
b) materie solide che restano nell’interno delle camere di combustione o che possono da queste essere evacuate.
Polveri, fanghi, filtri, reagenti ed altri rifiuti derivanti dalla depurazione dei fumi
Si tratta di ceneri volatili (fly ashes), tra le quali vi sono anche particelle di metallo come lo zinco, ma anche parte delle ceneri della cassa di legno, intercettate dai sistemi filtranti o sostanze utilizzate per il processo di depurazione dei fumi.
A seconda della tecnologia di filtrazione utilizzata questi rifiuti possono essere di vari tipi:
1) polveri di colore grigio scuro, se si usano sistemi filtranti a secco.
In tal caso la sezione di filtrazione è costituita da uno scambiatore o dissipatore di calore per ridurre la temperatura dei fumi da 850°C a circa 180°C compatibile con il sistema di filtri a maniche. Le polveri provenienti dalla pulizia di scambiatori così come le polveri captate dai filtri vanno smaltite con il medesimo codice;
2) polveri di colore nero che derivano da sistemi di depurazione fumi a secco che utilizzano un reagente (che può essere: bicarbonato di sodio + carbone attivo o sorbalite: calce idrata + carbone attivo) per ridurre l’incidenza delle diossine, dei composti organo-clorurati e dei metalli pesanti nelle emissioni in atmosfera attraverso l’azione di adsorbimento di questi materiali nella struttura spugnosa del carbone attivo. Le polveri raccolte nelle tramogge dei filtri sono pertanto costituite da ceneri volatili e dal reagente impiegato nel processo;
3) fanghi se il trattamento di depurazione è del tipo ad umido ed impiega l’acqua sia come mezzo di abbattimento della temperatura dei fumi, che come mezzo di lavaggio dei fumi facendo precipitare le polveri pesanti in una vasca di raccolta.
La manutenzione straordinaria della sezione di filtrazione dà origine a rifiuti di tipo pericoloso, costituiti dai filtri a manica o similari, maschere, guanti, stracci esausti, contaminati da ceneri o polveri in genere contenenti sostanze pericolose.
Le polveri o i rifiuti in genere devono essere collocati in appositi sacchi o contenitori ermetici, posizionati all’interno di contenitori rigidi o costituiti da contenitori rigidi, opportunamente contrassegnati, raggruppati in deposito temporaneo in attesa dello smaltimento di rifiuto pericoloso.
Questa è l’unica tipologia di rifiuto prodotta dai forni crematori alla quale è stato attribuito un codice EER: 10.14.01* “ rifiuti prodotti dalla depurazione dei fumi contenenti mercurio”.
L’asterisco sta ad indicare che il rifiuto è pericoloso.
Sulla scorta del parere espresso dall’ISPRA con nota 20/7/2009 pn 31098, diffuso non nota del Ministero dell’Ambiente pn 17811/QdV/Di/V del 26/8/2009, a tale tipologia di rifiuti può essere attribuito un altro EER, anch’esso pericoloso, nel caso in cui le analisi periodiche escludano che la presenza di mercurio sia significativa: EER 19.01.07 * “rifiuti solidi prodotti dal trattamento dei fumi”, appartenente in realtà ad altra classe di rifiuti (Rifiuti da incenerimento e pirolisi di rifiuti)
Nel caso quindi le analisi periodiche escludano che la presenza di mercurio sia significativa (secondo i parametri di legge) il rifiuto è da considerare pericoloso e si applica il codice EER 19.01.07 (*).
In Italia ordinariamente tali tipologie di rifiuto sono avviate a smaltimento tramite soggetti autorizzati. Il recupero non è noto sia praticato né in Italia, né in Europa.
Rifiuti prodotti da attività di manutenzione del forno
La manutenzione ordinaria e straordinaria dei mattoni refrattari del forno dà origine a rifiuti derivanti dalla abrasione dei refrattari esausti e dalla raschiatura del refrattario, lo smaltimento degli stessi refrattari a fine ciclo di vita.
Anche il materiale che si forma dalla raschiatura del refrattario nelle fasi di lavorazione o lo stesso refrattario esausto dopo una serie di cicli di cremazione definiti dal costruttore dell’impianto che è periodicamente da sostituire, viene recuperato.
I codici EER utilizzabili, seguendo le indicazioni contenute nel citato parere espresso da ISPRA, sono i seguenti, previa esecuzione di periodiche analisi da eseguire prima di partire con questo progetto nei diversi impianti, sono:
1) In caso di non pericolosità il codice 16.11.06
2) In caso di pericolosità il codice 16.11.05 (*)