Circolare SEFIT Utilitalia n. 2247 del 27/06/2023
Statistiche sulle cremazioni effettuate in Italia nel 2022 e proiezioni di mortalità

La scrivente Federazione da diversi anni effettua una raccolta sistematica di dati statistici sullo sviluppo della cremazione in Italia, che sono di riferimento per Enti nazionali ed internazionali, nonché per studiosi del settore.
Da quest'anno, vista l'anomala numerosità di defunti registratasi nell'ultimo triennio, principalmente a causa dei noti fatti pandemici, si è ritenuto utile affiancare alla descrizione dell'andamento storico stimato delle cremazioni, anche una serie di informazioni sulla evoluzione della mortalità residente e sulle sue proiezioni stimate nel medio termine.

Dalle stime effettuate è scaturita la fotografia della situazione italiana per pratiche funebri, che si rappresenta attraverso gli allegati alla presente circolare, di seguito elencati:

Allegato 1 - Dati di mortalità (ISTAT) e stima delle scelte della popolazione in materia di sepoltura di feretri o ricorso alla cremazione (stime Utilitalia SEFIT). Proiezioni di mortalità in Italia a medio termine
Allegato 2 - Cremazioni dei cadaveri effettuate nel 2022, distinte per singolo impianto, per regione e per ripartizione geografica
Allegato 3 - Dettaglio regionale delle cremazioni, sia di cadaveri che di resti mortali, effettuate negli anni 2021 e 2022, dati assoluti e percentuali
Allegato 4 - Tabella riepilogativa dello sviluppo della cremazione di cadaveri in Italia dal 1995 al 2022
Allegato 5 - Elenco dei crematori in funzione nel 2022, comprensivi dei riferimenti di contatto, aggiornati con le modifiche segnalate dai gestori (per cambio di telefono o indirizzo)

Si chiede gentilmente di comunicarci eventuali modifiche o integrazioni delle informazioni presenti nella documentazione in allegato (che è aggiornata con i moduli di rilevamento pervenuti entro il 31 maggio 2023), in modo da costituire una base dati aggiornata a disposizione di tutti gli interessati.

In particolare, si specifica che il rilevamento è basato sui dati trasmessi da 83 crematori su 91 esistenti (operativi o non operativi) nel 2022; per i crematori inattivi per l'intero anno si è convenzionalmente indicata 1 cremazione di cadavere, mentre per quelli che non hanno risposto al rilevamento i dati sono stati stimati.

Di seguito si riporta una breve illustrazione dei fenomeni rilevabili da tali dati statistici.

Mortalità
L'anno 2022 segue l'anomalia di mortalità del biennio precedente, visto che si sono registrati a consuntivo 713.499 decessi in base ai dati ISTAT, aggiornati alla data di elaborazione della presente circolare.
I motivi di tale anomalia sono dovuti, per i primi mesi, ancora all'effetto sia diretto sia indiretto della pandemia, mentre nel periodo estivo si è assistito a un forte incremento di mortalità rispetto alla situazione ante pandemia, connesso soprattutto con una ondata di calore.
Sul finire dell'anno 2022 si è poi registrata una anticipazione della diffusione di epidemia influenzale classica, particolarmente virulenta, che a sua volta ha determinato un importante aumento di mortalità rispetto alle attese.
La situazione è rilevabile in dettaglio dall'analisi che si è condotta per singola provincia, rapportando la mortalità del 2022 a quella del periodo ante pandemico (media 2015/2019).
Le colorazioni tendenti al verde - più o meno accentuato - rappresentano valori di mortalità poco discostanti rispetto allo storico pre-pandemico, mentre invece le colorazioni che virano sempre più sul rosso indicano zone di alto o altissimo incremento di mortalità.
L'anticipo di mortalità legata alla stagione influenzale negli ultimi mesi del 2022 ha determinato la scelta della SEFIT di ridurre la stima previsionale della mortalità 2023 a 680.000 unità, contro la stima ISTAT di medio termine tarata, per il 2023, attorno alle 695.000 unità.
In Allegato 1 si potrà quindi esaminare:
a) l'andamento storico di mortalità residente per gli anni 2020, 2021, 2022, distinto per regione, in base a dati ISTAT noti al momento della redazione della presente circolare;
b) l'andamento di mortalità nelle varie province, rapportata ai valori medi pre-pandemici;
c) la mortalità totale italiana 2022 rapportata allo sviluppo totale delle cremazioni di cadaveri e alla sua incidenza percentuale rispetto alla popolazione media, nonché la stima delle scelte di sepoltura alternative;
d) la stima ISTAT di medio termine delle previsioni attese di mortalità negli anni dal 2023 al 2031.

Crematori e cremazioni
Nel 2022 risultano autorizzati ed operanti in Italia n. 91 impianti di cremazione (89 nel 2021).
Il numero di nuovi impianti posti in esercizio negli anni è tendenzialmente stabile su valori contenuti (2 nel 2022).
In questi impianti, nel 2022, si sono effettuate 259.915 cremazioni di cadaveri (244.186 nel 2021). A tali valori sono da sommare 45.986 cremazioni di resti mortali nel 2022 (a fronte di 45.987 nel 2021). Pertanto, nei crematori italiani si è effettuato nel 2022 un totale di 305.901 cremazioni (290.173 nel 2021). Di fatto negli anni 2021 e 2022 la cremazione di resti mortali è rimasta pressoché stabile e, per l'anno 2022, incide per il 15% sul totale delle cremazioni effettuate.
Nel prosieguo si farà riferimento, salvo diversa specificazione, alle sole cremazioni di cadaveri. Quindi le cremazioni effettuate in Italia nel corso del 2022 sono aumentate del 6,4% rispetto all'anno precedente, con un incremento numerico corrispondente a 15.729 unità. Si tratta di uno degli incrementi più importanti degli ultimi anni.
In presenza di un aumento di mortalità nel 2022 dello 0,63% (pari a +4.464), la cremazione è aumentata a ritmi molto superiori, pur con la crescita di 2 soli nuovi impianti, segno del consolidarsi di scelte della popolazione nei confronti di questa pratica funebre, a scapito soprattutto della tumulazione.
L'aumento rispetto alle serie passate è dovuto principalmente alla sensibile crescita della cremazione soprattutto al Nord Ovest, nel Sud e isole (in particolare Sicilia).
Si conferma che le regioni dove la crescita è più accentuata sono quelle meglio dotate di impianti (Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana). Si segnala poi la buona performance dei crematori della Campania, per l'effetto di traboccamento soprattutto da Lazio, Sicilia, Puglia e Basilicata. Ma è in Sicilia che si avverte un forte incremento di cremazioni con la messa in funzione di due nuovi impianti, che hanno parzialmente intercettato la domanda di cremazioni della parte occidentale dell'isola, che prima era di fatto obbligata a servirsi di crematori in Calabria e Campania, per il protrarsi del fermo impianto di Palermo e le sue note vicissitudini cimiteriali.
Le cremazioni di alcune regioni sono quindi numericamente influenzate da apporti di domanda inevasa proveniente da altri territori, attualmente sottodotati di impianti, come sono infatti soprattutto le regioni Puglia, Lazio e Sicilia, o privi di impianti come Abruzzo, Basilicata, Molise.

I dati noti ISTAT (al momento della stesura della circolare) concernenti la popolazione residente media nel 2022, anno in cui si sono registrati 713.499 decessi, permettono di calcolare il tasso grezzo di mortalità riferito alla popolazione residente del 12,1 per mille, alto rispetto ai valori pre-pandemici, anche se inferiore al dato dell'anno 2020, eccezionale.
Quindi l'incidenza della cremazione registrata e stimata sul totale delle sepolture, per l'anno 2022, è del 36,4%, con un incremento in termini percentuali del +2,0%, rispetto al dato 2021 (34,4%).
L'incremento del ricorso alla cremazione continua ad avvenire soprattutto al Nord (che ha una maggiore presenza di impianti) e da pochi anni è iniziato anche al Sud e Isole, mentre è in crescita al Centro.
Nel 2022, così come negli anni precedenti, le città in cui viene effettuato il maggior numero assoluto di cremazioni sono generalmente le città metropolitane.

Si evidenziano i seguenti aspetti, taluni anche nuovi:
- una sovra-dotazione di impianti in talune zone (del Nord), dove le autorizzazioni date per la costruzione di nuovi crematori sono superiori alle necessità effettive; si avverte parallelamente il fallimento della L. 30 marzo 2001, n. 130, che imponeva piani di coordinamento regionali, poiché ben poche sono le regioni che vi hanno ottemperato. Ciò pone la legittima domanda se, in mancanza di attivazione regionale, si possano attivare meccanismi di sostituzione della pianificazione regionale con criteri univoci stabiliti su scala nazionale;
- l'avvio di numerose pratiche per la realizzazione di impianti nel Centro e Sud Italia, in buona parte bloccati dal rifiuto, spesso immotivato, delle popolazioni interessate dalle nuove localizzazioni (fenomeno cosiddetto NYMBY, not in my back yard) e un conseguente rallentamento della installazione di nuovi impianti; in qualche caso con normative regionali che hanno temporaneamente bloccato la realizzazione di altri impianti oltre gli esistenti o creato barriere legislative particolarmente pesanti all'ingresso di nuovi soggetti;
- le ondate pandemiche, in particolare la prima, hanno evidenziato la estrema vulnerabilità degli impianti di cremazioni con unico forno e, meritoriamente, diverse città stanno aumentando il numero di forni per ciascun impianto e spesso si punta ad un minimo di 2 forni autonomi nello stesso impianto, proprio per garanzie di continuità del servizio;
- la nuova organizzazione gestionale degli impianti e il numero maggiore di forni in servizio ha permesso sia di garantire adeguati standard di cremazione di cadaveri al decesso, sia di garantire la cremazione di resti mortali (fenomeno decisamente italiano, principalmente per la nota incongruenza del sistema di tumulazione stagno); si pensi che la cremazione di resti mortali nel 2019 era stimata in 38.000 unità, mentre sia nel 2021 che nel 2022 si è ormai su valori dell'ordine di 46.000, con una tendenza all'aumento per almeno i prossimi due decenni;
- la cremazione non solo è ormai pratica funebre maggioritaria e scelta normale in ampie zone d'Italia, ma sta crescendo sempre più nel Centro e nel Sud a causa di carenze di posti feretro e per economicità del costo complessivo di un funerale;
- l'attivazione di services per trasporto feretri, cioé operatori specializzati nel trasferimento, principalmente se non esclusivamente, di feretri e/o contenitori di resti mortali da certi territori in altri dove si possono ottenere tempi di effettuazione del servizio più contenuti e talvolta sconti tariffari o variazione di qualità del servizio; si tratta di una tendenza che purtroppo incide significativamente sulle statistiche rilevate, poiché il rilevamento statistico SEFIT Utilitalia è basato sui luoghi di effettuazione della cremazione e non sui luoghi di provenienza dei defunti;
- il rafforzamento operativo di taluni impianti, con l'affiancamento a linea/linee già esistente/i di nuove; ciò anche perché il rifiuto di nuove localizzazioni di impianti sta favorendo l'aumento di potenzialità di quelli già autorizzati;
- l'incremento in corso d'anno dei costi del gas e dell'elettricità, come rilevato nel corso di SEFITdieci 2022, ha evidenziato la necessità di porre mano a politiche di risparmio energetico negli impianti e di aumento delle capacità di auto produzione di energia elettrica fotovoltaica nei cimiteri;
- la creazione di network organizzati di gestori di impianti di cremazione, che possono contare non su un singolo crematorio, ma su una rete di questi.

In conclusione, nel 2022 si sono registrate o stimate nel nostro Paese 305.901 cremazioni (tra cadaveri e resti mortali), svolte in 91 impianti, dotati di un numero stimato di linee (forni) di 157.
La media di cremazioni per impianto (autorizzato) nel 2022 è la seguente:
- Cremazione di cadaveri = 2.856 (2.743 nel 2021);
- Cremazione di resti mortali = 505 (517 nel 2021);
- Cremazioni totali = 3.362 (3.260 nel 2021).

Laddove pervenissero da parte dei gestori di crematori per i quali si sono stimate le cremazioni, i dati effettivamente registrati per l'anno 2022 (e precedenti, se del caso) sarà nostra cura provvedere a diffondere le relative rettifiche.

La presente circolare ed il testo degli allegati in essa citati sono presenti, per gli associati, sul sito della Federazione www.sefit.org (selezionando il menù Circolari).

Distinti saluti.

Il Direttore Generale
Giordano Colarullo