Circolare SEFIT Utilitalia n. 2108 del 29/08/2022
Statistiche sulle cremazioni effettuate in Italia nel 2021
La scrivente Federazione da diversi anni effettua una raccolta sistematica di dati statistici sullo sviluppo della cremazione in Italia, che sono di riferimento per Enti nazionali ed internazionali, nonché per studiosi del settore.
Ricordiamo che a partire dalla rilevazione relativa all'anno 2018 - e quindi anche per il 2021 - si è modificato il criterio di raccolta ed esposizione dei dati, inserendo per i crematori che per diversi motivi non hanno fornito dati una stima delle cremazioni effettuate, basata sulla raccolta di notizie e altre informazioni desumibili da una pluralità di fonti (in siffatto caso si è provveduto a dare evidenza dell'utilizzo di tale metodologia).
Seguendo l'approccio descritto, ora il dato delle cremazioni eseguite - pur con stime - risulta molto più vicino alla realtà, anche se, con il criterio di rilevamento basato sul luogo di effettuazione della cremazione, sfuggono i dati sulla provenienza dei defunti.
Sempre a decorrere dal 2018, inoltre, è stato rivisto anche il criterio di valutazione delle pratiche funebri alternative alla cremazione, attingendo a dati stimati che hanno permesso di rivedere anche la quantità di tumulazioni e, per differenza - note le cremazioni - di inumazioni.
Dalle stime effettuate è scaturita la fotografia della situazione italiana per pratiche funebri, che si rappresenta attraverso gli allegati alla presente circolare, di seguito elencati:
Allegato 1 - Dati di mortalità (ISTAT) e stima delle scelte della popolazione in materia di sepoltura di feretri o ricorso alla cremazione (stime Utilitalia SEFIT)
Allegato 2 - Cremazioni dei cadaveri effettuate nel 2021, distinte per singolo impianto, per regione e per ripartizione geografica
Allegato 3 - Dettaglio regionale delle cremazioni, sia di cadaveri che di resti mortali, effettuate negli anni 2021 e 2020, dati assoluti e percentuali
Allegato 4 - Tabella riepilogativa dello sviluppo della cremazione di cadaveri nel nostro Paese, a partire dall'anno 1995 e fino al 2021 (gli anni 2021, 2020, 2019, 2018 e 2017 contengono i dati stimati e sono evidenziati in grigio per distinguerli dai dati precedenti)
Allegato 5 - Elenco dei crematori in funzione nel 2021, comprensivi dei riferimenti di contatto, aggiornati con le modifiche segnalate dai gestori (per cambio di telefono o indirizzo)
Si chiede gentilmente di comunicarci eventuali modifiche o integrazioni delle informazioni presenti nella documentazione in allegato (che è aggiornata con i dati statistici pervenuti alla data del 9 agosto 2022), in modo da costituire una base dati aggiornata a disposizione di tutti gli interessati.
Di seguito si riporta una breve illustrazione dei fenomeni rilevabili dai dati statistici rilevati.
Nel 2021 risultano autorizzati ed operanti in Italia n. 89 impianti di cremazione (87 nel 2020).
Il numero di nuovi impianti posti in esercizio negli anni è tendenzialmente stabile su valori contenuti (2 nel 2021).
In questi impianti, nel 2021, si sono effettuate 244.186 cremazioni di cadaveri (247.840 nel 2020). A tale valore sono da sommare 45.959 cremazioni di resti mortali (a fronte di 29.266 nel 2020). Pertanto, nei crematori italiani si è effettuato nel 2021 un totale di 290.145 cremazioni (277.106 nel 2020).
In sostanza, nel 2021 si è parzialmente recuperato il gap negativo di cremazioni di resti mortali, lasciati nelle sepolture per garantire la cremazione di cadaveri al momento del decesso, stante la forte richiesta durante le ondate pandemiche più accentuate in termini di mortalità. Un recupero che ha compensato ampiamente il calo numerico totale di cremazioni di cadaveri, a seguito di minore mortalità complessiva.
Nel prosieguo si farà riferimento, salvo diversa specificazione, alle sole cremazioni di cadaveri (al momento del decesso).
Le cremazioni di soli feretri effettuate in Italia nel corso del 2021 sono diminuite dell'1,47% rispetto all'anno precedente, con un decremento numerico corrispondente a 3.654 unità, mentre la mortalità è diminuita del 4,97% (pari a -37.111), segno che la tendenza a scegliere la cremazione ha avuto una accelerazione anche nel 2021.
L'aumento rispetto alle serie passate è dovuto principalmente alla sensibile crescita della cremazione soprattutto al Nord e, in misura più contenuta, al Centro e al Sud.
Si conferma un leggero aumento delle cremazioni in Campania, per l'effetto di traboccamento soprattutto da Lazio, Sicilia e Basilicata. Ma è principalmente in Calabria che si avverte un forte incremento di cremazioni, per effettuazione di servizi provenienti in gran misura dalla Sicilia e in parte dal Lazio. Di particolare interesse l'annotazione che le regioni maggiormente dotate di impianti di cremazione (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Toscana) hanno avuto un forte aumento di cremazioni durante il periodo di massima mortalità pandemica e mantengono anche nel 2021 un importante ruolo crematorio, segno che la garanzia di effettuazione del servizio e la organizzazione dimostrata vengono riconosciute dai clienti.
L'ISTAT ha recentemente diffuso i dati sulla mortalità e sulla popolazione nel 2021, anno in cui si sono registrati 709.035 decessi, pari ad un tasso grezzo di mortalità riferito alla popolazione residente del 12,00 per mille, alto rispetto al passato, soprattutto per l'apporto dato dalla pandemia, anche se inferiore al dato eccezionale dell'anno 2020.
L'incidenza della cremazione registrata e stimata sul totale delle sepolture per l'anno 2021, quindi, è del 34,44%, con un incremento in termini percentuali del +1,22 %, rispetto al dato 2020.
Si continua ad assistere ad un incremento del ricorso alla cremazione soprattutto al Nord, che ha una maggiore presenza di impianti, mentre da pochi anni si rileva un trend positivo anche al Sud. In aumento anche i dati registrati al Centro.
Nel 2021, così come negli anni precedenti, il maggior numero di cremazioni è stato generalmente effettuato nelle città metropolitane.
Si evidenziano i seguenti aspetti, taluni anche nuovi:
- la diffusione di crematori di cintura urbana nelle aree metropolitane (ad. es. di Milano, Torino, Napoli);
- una sovra-dotazione di impianti in talune zone (del Nord), dove le autorizzazioni date per la costruzione di nuovi crematori sono superiori alle necessità effettive; si avverte parallelamente il fallimento della legge n. 130 del 2001, che imponeva piani di coordinamento regionali, poiché ben poche sono le regioni che vi hanno ottemperato;
- l'avvio di numerose pratiche per la realizzazione di impianti nel Centro e Sud Italia, in buona parte stoppati dal rifiuto, spesso immotivato, delle popolazioni interessate dalle nuove localizzazioni (fenomeno cosiddetto NYMBY, not in my back yard), con conseguente rallentamento della installazione di nuovi crematori. In qualche caso anche le normative regionali hanno temporaneamente bloccato la realizzazione di impianti aggiuntivi rispetto a quelli esistenti o creato barriere legislative particolarmente pesanti all'ingresso di nuovi soggetti;
- le ondate pandemiche, in particolare la prima, hanno evidenziato l'estrema vulnerabilità degli impianti di cremazioni con unico forno e, meritoriamente, diverse città stanno aumentando il numero di forni per ciascun impianto, puntando ad un minimo di 2 forni, proprio per garanzie di continuità del servizio;
- la nuova organizzazione gestionale degli impianti e il numero maggiore di forni in servizio ha permesso sia di garantire adeguati standard di cremazione di cadaveri al decesso, sia di recuperare il gap di cremazione di resti mortali esistenti. Si pensi che la cremazione di resti mortali nel 2019 si è stimata in 38.305 unità, poi calate a 29.266 nel 2020 e ora giunte a 45.959 nel 2021, con un incremento di ben +16.693 nell'ultimo anno;
- la cremazione non solo è ormai pratica funebre maggioritaria e scelta normale in ampie zone d'Italia, ma sta crescendo sempre più nel Centro e nel Sud a causa di carenze di posti feretro e per economicità del costo complessivo di un funerale;
- l'attivazione di services per trasporto feretri, cioè operatori specializzati principalmente, se non esclusivamente, nel trasferimento di feretri e/o contenitori di resti mortali da certi territori in altri dove si possono ottenere tempi di effettuazione del servizio più contenuti e talvolta sconti tariffari o variazione di qualità del servizio. Si tratta di una tendenza che purtroppo incide significativamente sui dati registrati, poiché il rilevamento statistico è basato sui luoghi di effettuazione della cremazione e non sui luoghi di provenienza dei defunti;
- il rafforzamento operativo di taluni impianti, con l'affiancamento a linea/linee già esistente/i di nuove (in pratica il rifiuto di nuove localizzazioni di impianti sta favorendo l'aumento di potenzialità di quelli già autorizzati);
- l'incremento, nel secondo semestre dell'anno, dei costi del gas. Tale situazione si è protratta anche nel 2022, per la nota situazione di deficit energetico italiano ed europeo, con effetti sulla marginalità delle gestioni, visto il livello tariffario amministrato. Preoccupano inoltre eventuali razionamenti delle forniture di gas, visto che l'interruzione di un servizio pubblico come quello della cremazione risulta impossibile;
- la creazione di network organizzati di gestori di impianti di cremazione, che possono contare non su un singolo crematorio, ma su una rete di questi.
In conclusione, nel 2021 si sono registrate o stimate nel nostro Paese 290.145 cremazioni (tra cadaveri e resti mortali), svolte in 89 impianti, che hanno portato il nostro Paese al quarto posto per numero di cremazioni eseguite in Europa, dopo Gran Bretagna, Germania e Francia.
La media di cremazioni per impianto (autorizzato) nel 2021 è la seguente:
- Cremazione di cadaveri = 2.744 (2.849 nel 2020);
- Cremazione di resti mortali = 516 (336 nel 2020);
- Cremazioni totali = 3.260 (3.185 nel 2020).
Laddove pervenissero da parte dei gestori di crematori per i quali si sono stimate le cremazioni, i dati effettivamente registrati per l'anno 2021 (e precedenti, se del caso) sarà nostra cura provvedere a diffondere le relative rettifiche.
La presente circolare ed il testo degli allegati in essa citati sono presenti, per gli associati, sul sito della Federazione www.sefit.org (selezionando il menù Circolari).
Distinti saluti.
Il Direttore Generale
Giordano Colarullo