Circolare SEFIT Utilitalia n. 1914 del 30/08/2021
Statistiche sulle cremazioni effettuate in Italia nel 2020
La scrivente Federazione da diversi anni effettua una raccolta sistematica di dati statistici sullo sviluppo della cremazione in Italia, che sono di riferimento per Enti nazionali ed internazionali, nonché per studiosi del settore.
Ricordiamo che a partire dai dati statistici rilevati per il 2018, e quindi anche per il 2020, si è modificato il criterio di raccolta ed esposizione dei dati, inserendo per i crematori, che per diversi motivi non avevano fornito dati, una stima delle cremazioni effettuate, basata sulla raccolta di notizie e altre informazioni desumibili da una pluralità di fonti. In siffatto caso si è provveduto a dare evidenza dell'utilizzo di tale metodologia.
Seguendo l'approccio descritto - pur con stime - ora il dato delle cremazioni eseguite risulta molto più vicino alla realtà, anche se, con il criterio di rilevamento basato sul luogo di effettuazione della cremazione, sfuggono i dati sulla provenienza dei defunti.
Sempre per il medesimo arco temporale (2018/2020) si è rivisto pure il criterio di valutazione delle pratiche funebri alternative alla cremazione, attingendo a dati stimati che hanno permesso di rivedere anche la quantità di tumulazioni e, per differenza - note le cremazioni - le inumazioni.
Dalle stime effettuate è scaturita la fotografia della situazione italiana per pratiche funebri, che si rappresenta attraverso gli allegati alla presente circolare, di seguito elencati:
Allegato 1 - Dati di mortalità (ISTAT) e stima delle scelte della popolazione in materia di sepoltura di feretri o ricorso alla cremazione (stime Utilitalia SEFIT)
Allegato 2 - Cremazioni dei cadaveri effettuate nel 2020, distinte per singolo impianto, per regione e per ripartizione geografica
Allegato 3 - Dettaglio regionale delle cremazioni, sia di cadaveri che di resti mortali, effettuate negli anni 2020 e 2019, dati assoluti e percentuali
Allegato 4 - Tabella riepilogativa dello sviluppo della cremazione di cadaveri nel nostro Paese, a partire dall'anno 1995 e fino al 2020 (gli anni 2020, 2019, 2018 e 2017 contengono i dati stimati e sono evidenziati in grigio per distinguerli dai dati precedenti)
Allegato 5 - Elenco dei crematori in funzione nel 2020, comprensivi dei riferimenti di contatto, aggiornati con le modifiche segnalate dai gestori (per cambio di telefono o indirizzo)
Si chiede gentilmente di comunicarci eventuali modifiche o integrazioni delle informazioni presenti nella documentazione in allegato (che è aggiornata con i moduli di rilevamento pervenuti a tutto il mese di luglio 2021), in modo da costituire una base dati aggiornata a disposizione di tutti gli interessati.
Di seguito si riporta una breve illustrazione dei fenomeni rilevabili da tali dati statistici.
Nel 2020 risultano autorizzati ed operanti in Italia n. 87 impianti di cremazione (85 nel 2019).
Il numero di nuovi impianti posti in esercizio negli anni è tendenzialmente in calo (2 nel 2020).
In questi impianti, nel 2020, si sono effettuate 247.840 cremazioni di cadaveri (194.669 nel 2019). A tali valori sono da sommare 29.266 cremazioni di resti mortali nel 2020 (a fronte di 38.305 nel 2019). Pertanto, nei crematori italiani si è effettuato nel 2020 un totale di 277.106 cremazioni.
Nel prosieguo si farà riferimento, salvo diversa specificazione, alle sole cremazioni di cadaveri (al momento del decesso).
Le cremazioni di feretri effettuate in Italia nel corso del 2020 sono cresciute del 27,31% rispetto all'anno precedente, con un incremento corrispondente a 53.171 unità. Mentre la mortalità è cresciuta del 17,31%, segno che la tendenza a scegliere la cremazione ha avuto una accelerazione durante il periodo pandemico.
L'aumento rispetto alle serie passate è dovuto principalmente alla sensibile crescita della cremazione soprattutto al Nord e, in misura più contenuta, al Centro e al Sud.
Si conferma un leggero ridimensionamento delle cremazioni in Campania, per l'effetto drenante svolto da crematori di Puglia e di Calabria. Effetti di traboccamento regionale significativi si registrano nel Lazio (con sotto-dotazione degli impianti crematori necessari) e in Sicilia (soprattutto per la scarsa agibilità del crematorio di Palermo e l'attuale sotto-dotazione impiantistica).
L'ISTAT ha recentemente diffuso i dati sulla mortalità e sulla popolazione nel 2020, anno in cui si sono registrati 746.146 decessi, pari ad un tasso grezzo di mortalità riferito alla popolazione residente del 12,55 per mille, eccezionale, per l'apporto dato dalla pandemia.
Quindi l'incidenza della cremazione registrata e stimata sul totale delle sepolture, per l'anno 2020, è del 33,22%, con un incremento in termini percentuali del +2,54%, rispetto al dato 2019.
L'incremento del ricorso alla cremazione continua ad avvenire soprattutto al Nord, che ha una maggiore presenza di impianti, e da pochi anni è iniziato anche al Sud, mentre è sostanzialmente stabile al Centro.
Nel 2020, così come negli anni precedenti, le città in cui viene effettuato il maggior numero di cremazioni sono generalmente le città metropolitane.
Si evidenziano i seguenti aspetti, taluni anche nuovi:
- la diffusione di crematori di cintura urbana nelle aree metropolitane (ad. es. di Milano, Torino, Napoli);
- una sovra-dotazione di impianti in talune zone (del Nord), dove le autorizzazioni date per la costruzione di nuovi crematori sono superiori alle necessità effettive; si avverte parallelamente il fallimento della norma del 2001 che imponeva piani di coordinamento regionali, poiché ben poche sono le regioni che vi hanno ottemperato;
- l'avvio di numerose pratiche per la realizzazione di impianti nel Centro e Sud Italia, in buona parte stoppati dal rifiuto, spesso immotivato, delle popolazioni interessate dalle nuove localizzazioni (fenomeno cosiddetto NYMBY, not in my back yard) e un conseguente rallentamento della installazione di nuovi impianti. In qualche caso con normative regionali che hanno temporaneamente bloccato la realizzazione di altri impianti oltre gli esistenti o creato barriere legislative particolarmente pesanti all'ingresso di nuovi soggetti;
- le ondate pandemiche, in particolare la prima, hanno evidenziato la estrema vulnerabilità degli impianti di cremazioni con unico forno e, meritoriamente, la regione Lombardia ha ritenuto di aggiornare il proprio piano di coordinamento regionale privilegiando il raddoppio minimo di forni operativi in ciascun impianto (salvo casi eccezionali);
- la pandemia ha pure evidenziato un comportamento dei gestori dei crematori capace di favorire la cremazione di cadaveri, data l'alta richiesta, e il contemporaneo differimento ad altri tempi della cremazione di resti mortali, sia per scelta propria, sia per effetto delle norme ministeriali, come pure per scelta degli stessi gestori dei cimiteri. Per tale motivo l'aumento complessivo di cremazioni effettuato nel 2020 rispetto all'anno precedente è pari a +44.132, come somma di +53.171 cremazioni di cadaveri e -9.039 cremazioni di resti mortali;
- l'attivazione di services per trasporto feretri, cioè operatori specializzati nel trasferimento principalmente, se non esclusivamente, di feretri e/o contenitori di resti mortali da certi territori in altri dove si possono ottenere tempi di effettuazione del servizio più contenuti e talvolta sconti tariffari o variazione di qualità del servizio. Si tratta di una tendenza che si ritiene, nel futuro, possa incidere significativamente sulle statistiche rilevate, poiché il rilevamento statistico è basato sui luoghi di effettuazione della cremazione e non sui luoghi di provenienza dei defunti;
- il rafforzamento operativo di taluni impianti, con l'affiancamento a linea/linee già esistenti di nuove (in pratica il rifiuto di nuove localizzazioni di impianti sta favorendo l'aumento di potenzialità di quelli già autorizzati).
In conclusione, nel 2020 si sono registrate o stimate nel nostro Paese 277.106 cremazioni (tra cadaveri e resti mortali), svolte in 87 impianti, che portano il nostro Paese al quarto posto per numero di cremazioni eseguite in Europa, dopo Gran Bretagna, Germania e Francia.
La media di cremazioni per impianto (autorizzato) nel 2020 è la seguente:
- Cremazione di cadaveri = 2.849 (2.290 nel 2019);
- Cremazione di resti mortali = 336 (451 nel 2019);
- Cremazioni totali = 3.185 (2.741 nel 2019).
Laddove pervenissero da parte dei gestori di crematori per i quali si sono stimate le cremazioni, i dati effettivamente registrati per l'anno 2020 (e precedenti, se del caso) sarà nostra cura provvedere a diffondere le relative rettifiche.
La presente circolare ed il testo degli allegati in essa citati sono presenti, per gli associati, sul sito della Federazione www.sefit.org (selezionando il menù Circolari).
Con riserva di altri chiarimenti o comunicazioni si inviano distinti saluti.
Il Direttore Generale
Giordano Colarullo