Circolare SEFIT Federutility n. 1804 del 18/12/2008
Modalità operative in impianti di cremazione.
Una recente serie di visite svolte dai NOE, Nuclei Operativi Ecologici del Comando dei Carabinieri, alla maggior parte degli impianti di cremazione in Italia, ha evidenziato come non sempre si seguano le corrette norme operative in tali impianti, nonché quelle in materia di rifiuti e controllo delle emissioni in atmosfera.
Tralasciando in questa sede quanto relativo al controllo delle emissioni in atmosfera, poiché è sufficiente seguire le prescrizioni dettate in fase autorizzatoria, si ritiene utile approfondire le altre tematiche visto che in Italia manca una norma specifica che individui con chiarezza cosa si intenda per ceneri umane e cosa per rifiuti da attività di cremazione.
Al contrario, esistono norme penali particolarmente stringenti sul trattamento delle ceneri.
E' stato inoltre appurato che, in pochi e circostanziati crematori, le procedure seguite non garantivano l'univocità delle ceneri del defunto cremato.
Tali casi hanno determinato l'avvio di procedimenti penali nei confronti di coloro che avevano commesso violazioni del codice penale.
Pertanto questa Federazione ritiene di fornire un ausilio agli associati specificando in allegato 1 l'ipotesi più attendibile di attribuzione dei codici CER alle particolari tipologie di rifiuto prodotte in un crematorio, utilizzando lo schema di trasposizione della direttiva approvata con D.M. Ambiente 9 aprile 2002 recante "Indicazioni per la corretta e piena applicazione del regolamento comunitario n. 2557/2001 sulle spedizioni di rifiuti ed in relazione al nuovo elenco dei rifiuti. (G.U. 10 maggio 2002, n. 108 - S.O. 102)".
Riteniamo inoltre utile suggerire agli associati di avvalersi della procedura prevista dall'articolo 2 comma C di detta direttiva, utilizzando i criteri uniformi che si suggeriscono in allegato 2.
Si richiama infine l'attenzione degli associati sulla opportunità che, indipendentemente da obblighi normativi regionali, siano:
a) adottata la carta dei servizi per il crematorio (vds. nostra precedente circolare p.n. 1596 del 20/6/2008);
b) garantite procedure e protocolli operativi che diano il massimo di garanzie nella identificazione del defunto cremato e in particolare che garantiscano la tracciabilità delle ceneri umane;
c) utilizzate urne di capacità adeguata ai quantitativi di ceneri umane prodotte in ogni processo di cremazione;
d) verificata la correttezza delle procedure adottate e instaurati sistemi di periodico controllo su chi materialmente opera.
La presente circolare ed il testo degli allegati in essa citati sono presenti, per gli associati, sul sito della Federazione, www.federutility.it, selezionando l'area circolari del settore funerario.
Con riserva di ulteriori chiarimenti o comunicazioni si inviano distinti saluti.
Allegato 1
Allegato 2