ALLEGATO 1
Premesse di ordine generale

La presenza della zanzara tigre (Aedes albopictus) costituisce, ormai da alcuni anni, un fattore da tenere in considerazione anche in Italia e, tra l'altro, nel periodo estivo dello scorso anno 2007 si sono registrati in una regione (Emilia Romagna) focolai epidemici di febbre da Chikungunya (derivata dalla zanzara tigre), costituente il primo episodio mai in precedenza registrato in Europa.
Molte regioni, anche negli anni precedenti hanno avviato campagne di lotta alla zanzara tigre, sia adottando provvedimenti di prevenzione, sia suggerendo ai sindaci, nell'esercizio della loro qualità di Autorità sanitaria locale, l'adozione di appositi provvedimenti (ordinanze) in proposito.
Poiché le larve della zanzara tigre tendono ad allocarsi e riprodursi in particolare nelle acque stagnanti, una parte dell'azione di prevenzione è indirizzata all'attività larvicida, mentre altra componente dall'azione di prevenzione riguarda il contrasto agli elementi adulti.
In genere, sia gli interventi di prevenzione adottati o suggeriti in ambito regionale, sia le ordinanza sindacali (spesso su "tracce" di testo proposte dalle regioni o da singole A.S.L. (1), hanno avuto la caratteristica di riguarda i diversi ambienti in cui può svilupparsi la presenza della zanzara tigre, indirizzandosi alla generalità della popolazione presente sul territorio comunale, ai soggetti pubblici e privati, nonché in particolare alle imprese ed ai responsabili di aree particolarmente critiche ai fini della proliferazione del fenomeno, quali cantieri, aree dismesse, piazzali di deposito, parcheggi, vivai e altre attività produttive e commerciali (es.: gommisti, florovivaisti, aziende agricole, cantieri ed altri) che possano dar luogo anche a piccole raccolte di acqua e conseguenti focolai di sviluppo larvale.
Nel successivo Allegato 2si riporta, a titolo esemplificativo, uno schema di ordinanza sindacale di portata generale, fermo restando il suggerimento per cui, in detta materia, è opportuno che i Sindaci, nella loro qualità di Autorità sanitaria locale, e i comuni facciano riferimento principale alle indicazioni emanate, od emandande, delle rispettive regioni nonché al supporto delle rispettiva A.S.L. (2) in materia di prevenzione alla zanzara tigre.
In questo contesto, va rilevato come possano risultare interessati all'attività di prevenzione e di lotta alla zanzara tigre anche le aree cimiteriali, dove sono presenti situazioni che comportano la presenza di raccolte d'acqua di lieve entità e, generalmente, stagnante quali la presenza di fontanelle di approvvigionamento di acqua, contenitori per l'acqua (spesso di formati e materiali anche eterogenei), nonché, principalmente, di vasi di fiori.
Ciò porta ad individuare l'opportunità, se non la necessità di specifici interventi "specializzati" per le aree cimiteriali per contrastare il fenomeno collegato all'insediamento, reale o potenziale, della zanzara tigre, considerando come la prevenzione costituisca sempre un intervento che riduce gli elementi di pericolosità per la salute pubblica e gli oneri conseguenti rispetto ad interventi assunti a posteriori o in fasi di conclamata pericolosità.
In materia di lotta alla zanzara tigre, si sono indicazioni dei diversi Dipartimenti regionali di prevenzione (comunque possano essere denominati), e, spesso, anche indicazioni di singole A.S.L. (3),sugli aspetti tecnici con cui la lotta alla zanzara tigre può essere condotta, che vanno dal suggerimento di specifici prodotti insetticidi (es.: quelli di origine biologica per eliminare anche i focolai più piccoli. Uno dei più efficaci contiene un principio attivo prodotto da un batterio, il Bacillus thuringiensis var. israelensis. Questo colpisce solo le larve della zanzara lasciando indenni gli altri organismi), oppure, per le vasche ornamentali alcune indicazioni considerano come si sia appurato che i comuni pesci rossi (Carassius auratus) e la gambusia (Gambusia holbrooki) svolgono una predazione efficace, completa e duratura e che siano sufficienti 2 esemplari di carassio/metro quadro e 3-4 gambusie/metro quadro per ottenere buoni risultati (il ché, per altro, appare di scarsa utilizzabilità nell'ambito delle situazioni cimiteriali che possano essere interessate alla lotta alla zanzara tigre).
Una delle indicazioni caratteristiche date in passato per la lotta contro la zanzara tigre è quella di utilizzare il rame come larvicida, anche se una serie di prove effettuate in una regione portano a sconsigliare questa pratica, anche alla luce del problema del rischio di accumulo di grandi quantità di questo materiale nell'ambiente. Tale indicazione porterebbe a suggerire di escludere alcune misure, quali ad esempio quella della prescrizione dell'uso di vasi portafiori in rame, presentando questa ipotesi alcuni fattori di criticità, costituiti, accanto al costo (e alla possibilità di furti) anche la controindicazione derivante dal tempo occorrente per un'eventuale, ipotizzata, sostituzione dei vasi portafiori attualmente in uso con altri in rame; per altro, sull'efficacia di questo materiale ai fini della lotta alla zanzara tigre è sempre suggeribile, come per tutti gli aspetti tecnico-igienico-sanitari rapportarsi con la locale A.S.L. (4).
Per i trattamenti contro gli adulti di zanzara (trattamenti adulticidi) va osservato come vadano possibilmente evitati essendo, in genere, sono poco efficaci e molto inquinanti, ma ipotizzabili solo come intervento circoscritto, temporaneo ed eccezionale nel caso di presenza di elevate densità dell'insetto. Sono da eseguire solo dopo un attento sopralluogo dell'area da trattare finalizzato alla ricerca e all'immediato trattamento (o eliminazione ove possibile) dei focolai di riproduzione dell'insetto. Il trattamento dovrà interessare la bassa vegetazione (siepi, cespugli) fino a una altezza di due-tre metri, soprattutto in posti umidi e ombreggiati ove la zanzara adulta ama stazionare; dovrà essere eseguito in assenza di persone ed evitando che l'insetticida possa contaminare prodotti destinati al consumo umano (ortaggi, frutta, ecc.) o animale. Per tali trattamenti si consiglia l'impiego di insetticidi a base di piretroidi (prodotti di sintesi simili al piretro naturale) che saranno diluiti in acqua alla dose prevista in etichetta.
Tra l'altro, si dovrebbe tenere anche presente come dal 31 dicembre 2007 sia in vigore il Regolamento (CE) n. 1451/2007 della Commissione del 7 dicembre 2007 concernente la seconda fase del programma di lavoro decennale di cui all'articolo 16, paragrafo 2, della direttiva 98/8/CEE del Parlamento europeo e del Consiglio relativi all'immissione sul mercato dei biocidi (in G.U.U.E. n. L 325 del 11 dicembre 2007), norma di rango primario direttamente applicabile negli Stati membri dell'Unione europea, che va tenuta presente per quanto riguarda i prodotti utilizzabili.
In ogni caso, per gli aspetti specifici, i prodotti utilizzabili, le modalità di intervento e le cautele da utilizzare, è sempre opportuno che i comuni concordino con la rispettiva A.S.L. (5) quanto specificatamente necessario, od opportuno, in sede locale.
In Allegato 3 si propone uno schema di provvedimento da assumere specificatamente per gli interventi in aree cimiteriali, preferibilmente quale misura di attuazione di ordinanza sindacale adottata in via generale dal sindaco.