È arrivato al crematorio di…un feretro contenente un corpo da cremare, proveniente da un Paese estero in cui il corpo era stato trattato (tanatoprassi). Il feretro è confezionato con cassa di legno interna, cassa di piombo saldato avvolgente la prima e cassa esterna di legno.
Cosa si deve fare in questo caso per la cremazione?
Quali problematiche ne possono derivare, visto che nella certificazione che accompagna il feretro è esplicitamente menzionato l utilizzo di un quantitativo di formalina in misura di poco superiore ai 4 litri e che occorre tenere lontano il corpo da fonti di calore?
Risposta:
La certificazione correttamente informa sul confezionamento del feretro e sul trattamento del cadavere. Tecnicamente i problemi sono due:
a) La apertura ed eliminazione preventiva prima della immissione nel forno della cassa esterna di legno, la asportazione da questa di parti metalliche e la asportazione della cassa di piombo. Poi è possibile inserire nuovamente la cassa di legno a contatto col corpo e quella di legno esterna, restando da smaltire come rifiuto la sola cassa di piombo e le altre parti metalliche. Ad onor del vero potrebbe essere anche considerata come rifiuto la cassa lignea esterna, ma è più semplice riconfezionare e caricare il tutto;
b) La presenza della formaldeide (soluzione acquosa di formolo al 37%, nel caso specifico) rende necessaria eseguire la cremazione con controllo manuale, stante la atipicità per l’Italia di tale problematica (in Italia la tanatoprassi è vietata e la formaldeide, laddove presente lo è in quantità inferiore). All’estero, come in Inghilterra, USA, Francia, Spagna, la tanatoprassi è molto diffusa e sostitutiva dello zinco e quindi le case di produzione dei crematori inseriscono già nei software di gestione della combustione le regolazioni opportune. Nel caso italiano, non essendoci software predisposti per questo caso, occorre seguire la combustione manualmente, per controbilanciare talune fasi iniziali della combustione con elevata infiammabilità (provocata dalla vaporizzazione del formolo, altamente infiammabile dopo i 40 gradi Celsius). Occorre quindi seguire specificatamente il processo di cremazione per evitare che la alterazione nei normali parametri di combustione determini sforamenti nei limiti massimi di emissione consentiti.
È appena il caso di accennare che le stesse problematiche emergono anche nel caso di cremazione di parti anatomiche riconoscibili, avviate cumulativamente al crematorio, in sacchi plastici contenenti anche formalina o prodotti analoghi (e ovviamente trasportati dentro contenitore ligneo).
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