Quesito pubblicato su ISF2009/4-h

Nel cimitero di … è stata individuata una sepoltura privata, con concessione perpetua, ove sono state tumulate delle salme, l’ultima nel 1953.
Tale tomba non sembra essere visitata da anni dai familiari.
Su richiesta, l’Ufficio Tecnico ha verificato che la cappella è in ottimo stato strutturale e, da ricerche anagrafiche, è emerso che la famiglia del concessionario è in parte estinta ed in parte emigrata, rendendo difficile il contatto con eventuali discendenti o familiari in vita.
Si voleva sapere se il Comune possa revocare la concessione anzidetta per una riassegnazione della sepoltura.


Risposta:
Una concessione perpetua rimane tale, salvo che non vi sia la possibilità di pronunciare la decadenza o la revoca. Nel vostro caso si tratta di decadenza, trattandosi di revoca di provvedimento in base al quale la pubblica amministrazione necessita del ritorno in possesso dell’area concessa per motivi di pubblico interesse (corrisponde all’espro-prio del diritto privato).
La pronuncia di decadenza necessita dei presupposti e delle modalità, generalmente stabilite dal regolamento di polizia mortuaria comunale.
In assenza di norme regolamentari comunali, si fa riferimento all’articolo 63 del D.P.R. 285/90, che però prevede l’obbligo del mantenimento dei manufatti di proprietà dei concessionari per la durata della concessione.
Se la tomba non è in buono stato di manutenzione si può provvedere a pronunciare la decadenza. Nel vostro caso si tratta, visto il buono stato di conservazione, di abbandono amministrativo (cioè famiglia estinta) che può dar luogo a decadenza se tale eventualità è prevista per iscritto nel regolamento di polizia mortuaria comunale.
Si consiglia quindi di effettuare una revisione dello stesso e poi pronunciare la decadenza.


Norme correlate:
dpr90-285_63

Riferimenti:

Parole chiave:
CONCESSIONE-decadenza,CONCESSIONE-perpetuita’,CONCESSIONE-sepolcro,VARI-altri


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