Quesito pubblicato su ISF2008/2-c

Nel Comune di … vengono effettuati all’anno circa un centinaio di interventi per recupero salme decedute in abitazione (di cui solamente una decina a pagamento, mentre i restanti vengono addebitati al Comune). Per questo motivo si chiede se esiste la possibilità di addebitare ai familiari la tariffe relative al recupero di salma deceduta in abitazione (anche se il medico constatante il decesso contrassegna sempre la casella in cui è specificato che il trasporto al deposito di osservazione è autorizzato perché il defunto si trova in abitazione inadatta, nella quale è pericoloso mantenerla).

Risposta:
Non è ben chiaro se il medico sia dell’ASL o il curante.
Se è ASL (come dovrebbe essere) occorre che vi sia un rapporto tra l’Autorità sanitaria comunale e l’ASL per richiamare l’ASL alla fissazione di criteri oggettivi e predefiniti per stabilire quando un’abitazione è inadatta. Una volta definiti i criteri il problema è risolto (basta che i criteri siano seri). Non vedo questa materia di medico curante. Per il resto: se è trasporto obbligatorio per motivi di giustizia o sanitari se lo accolla il Comune. Se invece fa senso tenere un morto in casa, paga la famiglia che ordina il trasporto.


Norme correlate:
Art capo04 di Decreto Presidente Repubblica n. 285 del 90

Riferimenti:

Parole chiave:
TRASPORTO_FUNEBRE-autorizzazione al trasporto,TRASPORTO_FUNEBRE-cadavere,TRASPORTO_FUNEBRE-tariffa,TRASPORTO_FUNEBRE-trasporto di cadavere


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