La Circolare del Ministero della Sanità n. 10 del 31.07.1998 consente l’utilizzo di particolari sostanze biodegradanti per favorire i processi di scheletrizzazione interrotti o rallentati per i resti mortali che, dopo il prescritto periodo di inumazione primaria o di tumulazione ventennale, non hanno completato il naturale processo di mineralizzazione. Premesso questo, il Comune di … chiede se sia sufficiente l’emanazione di una apposita Ordinanza Sindacale per regolamentare tale utilizzo, o sia invece necessario essere autorizzati da organi superiori. L’Ufficio cimiteriale ha inoltre acquisito le schede tecniche di alcuni prodotti a base di enzimi, batteri e minerali. Chiede quindi se esistano ad oggi prove di provata efficacia di tale linea di prodotti o di altre di Vs. conoscenza.
Risposta:
L’ordinanza del sindaco (autorità sanitaria locale che è tenuta ad applicare quanto il Ministero della sanità stabilisce anche con circolare) è perfettamente regolare e prevista dal regolamento di polizia mortuaria nazionale. Oserei dire che è auspicabile formalizzare il nuovo comportamento consentito dalla circolare proprio con l’ordinanza del sindaco. È comunque chiaro che l’ordinanza è indispensabile solo se deve modificare un comportamento difforme stabilito da precedente ordinanza e cambiato per via di circolare. D’abitudine non si forniscono giudizi su marche specifiche di prodotti. Possiamo solo affermare che le sostanze a base batterico enzimatica si usano in campo funebre e cimiteriale ormai in molti Paesi europei (Francia, Spagna, Germania, Portogallo ed Italia) e che se ne sostiene la validità e l’importanza. L’efficacia di tali prodotti è notevole e valutabile semplicemente sia in caso di abbattimento di cattivi odori, sia per il miglioramento delle caratteristiche del terreno cimiteriale (e non solo nel cimitero). Sono altrettanto chiari e provabili gli effetti su materia organica in putrefazione (cadavere fresco). Non sono ancora stati verificati (per la giovinezza dei prodotti) i risultati sulle salme inconsunte, anche se teoricamente il trattamento è favorevole, come specificato anche dal Ministero della Sanità con circolare n. 10/1998. Occorrono però alcune condizioni da osservare: – presenza di liquidi, altrimenti il processo si blocca; – range di temperatura nel quale il comportamento è ottimale (si blocca il processo in genere quando c’è molto freddo 5-6°C sopra zero o molto caldo 50-60° C), per poi riprendere quando la temperatura cambia; – trattamenti da fare come specificato dalle indicazioni dei produttori. Taluni prodotti, consentono anche di ottenere risultati di assorbimento di liquidi cadaverici e non solo di controllarne la degradazione. Dovendo dare un parere, l’effetto migliore si otterrebbe inserendole fin dall’inizio al di sotto del cadavere, dentro la cassa (come accade in Germania o in Spagna e Portogallo), sostituendo il materassino assorbente, però occorre che siano le imprese funebri a farlo. Se invece si mettono nel terreno l’azione c’è, ma è diluita. Per quanto riguarda l’uso su inconsunti, il problema sta soprattutto nel capire che può funzionare in una certa percentuale di casi, e soprattutto garantendo nel tempo una certa riserva di liquidi. Questo vale per tutti i tipi di prodotti, perché è una delle caratteristiche degli enzimi (n.d.r.: in documentazione è riportata uno schema di ordinanza sindacale).
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Parole chiave:
CADAVERE-resti mortali,VARI-sostanze biodegradanti
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