Quesito pubblicato su ISF2001/3-g

Se a seguito di un’operazione di esumazione venisse rinvenuta dai servizi cimiteriali del Comune di … una salma inconsunta, l’onere per la sua successiva cremazione risulterebbe a carico del Comune o dei familiari? E quali potrebbero essere le cause della insufficiente scheletrizzazione?

Risposta:
La cremazione, per effetto della L. 26/2001, è servizio pubblico a domanda individuale se gestito in economia diretta, e come tale oneroso. Sulla misura della onerosità è il Comune a decidere, potendo graduare in differente maniera la tariffa (ad es. alta per la inumazione di inconsunto e bassa per la cremazione), ma la gratuità è solo nel caso di indigenza o “vita sola”. Circa le cause relative alla mancata scheletrizzazione, la natura del terreno è solo una delle componenti, certamente non tale da poter essere invocata come responsabilità del Comune. La tipologia del feretro (vernici), la imbottitura del feretro (quasi mai biodegradabile come previsto dalla legge), la iniezione conservativa, i trattamenti chemioterapici sulla persona in vita, le medicine, i vestiti, ecc. sono altrettante cause della scarsa scheletrizzazione. È comunque utile che un Comune provveda a realizzare anche per i terreni di inumazione le migliori condizioni per favorire i processi trasformativi, operando una localizzazione corretta del cimitero (ma ormai di nuovi cimiteri non se ne fanno quasi più) o meglio, bonificando i suoli sfruttati. Si rammenta che essendo in vigore una legge che non consente ai Comuni di fornire servizi gratuiti ove non espressamente previsti dalla legge, è necessario che al più presto i Comuni ancora inadempienti provvedano a stabilire il nuovo sistema tariffario, tenendo conto che la decorrenza dello stesso può essere anche più avanti nel tempo, ma che la aliquota di copertura del costo (nei casi previsti) dovrà comunque essere rispettata.

Norme correlate:
Art 00 di Decreto Ministeriale n. 0330 del 98
Art 1 di Decreto Legge n. 392 del 0

Riferimenti: