SEFIT Utilitalia ha diffuso recentemente i dati statistici riguardanti mortalità, preferenza di sepoltura e cremazioni eseguite in Italia nel 2019. Di seguito ne riportiamo i dati salienti, rimandando alla circolare SEFIT che analizza i fenomeni in dettaglio.
Nel 2019 risultano autorizzati e operanti in Italia n. 85 impianti di cremazione (83 nel 2018).
In questi impianti si sono effettuate nel 2019 194.669 cremazioni di cadaveri (183.146 nel 2018). A tali valori sono da sommare 38.305 cremazioni di resti mortali nel 2019 (a fronte di 37.538 nel 2018). Pertanto, nei crematori italiani si è effettuato nel 2019 un totale di 232.974
cremazioni.
Il numero di nuovi impianti posti in esercizio negli anni è tendenzialmente in calo.
Nel prosieguo si farà riferimento, salvo diversa specificazione, alle sole cremazioni di cadaveri (al momento del decesso).
Le cremazioni di feretri effettuate in Italia nel corso del 2019 sono cresciute del 6,3% rispetto all’anno precedente, con un incremento corrispondente a 11.523 unità.
L’aumento rispetto alle serie passate è dovuto principalmente alla sensibile crescita della cremazione al Nord, accompagnata da un’ingente domanda di cremazione al Sud, in particolare dovuta a carenza di posti feretro. Mentre al Centro si registra un sostanziale stallo.
Si precisa che mentre nel 2018 diverse cremazioni provenienti da Sicilia, Calabria e in parte dalla Puglia venivano soddisfatte da impianti siti in Campania, ora, con una diversa disponibilità di impianti e la creazione di services per trasporto feretri in particolare dalla Sicilia, si sono ridimensionate le cremazioni in Campania e sono aumentate significativamente quelle in Puglia e Calabria. Un fenomeno in controtendenza si avverte ai confini del Lazio e della Campania, con
uno spostamento dal primo alla seconda, vista la carenza di offerta nel Lazio.
L’ISTAT ha recentemente diffuso i dati sulla mortalità e sulla popolazione nel 2019, anno in cui si sono registrati 634.432 decessi, pari ad un tasso grezzo di mortalità riferito alla popolazione residente del 10,51 per mille.
Quindi l’incidenza della cremazione registrata e stimata sul totale delle sepolture, per l’anno 2019, è del 30,68%, con un discreto incremento in termini percentuali (+1,75%, rispetto al dato 2018).
L’incremento del ricorso alla cremazione continua ad avvenire soprattutto al Nord, che ha una maggiore presenza di impianti, e da pochi anni è iniziato anche al Sud, mentre è sostanzialmente stabile al Centro.
Nel 2019, così come negli anni precedenti, le città in cui viene effettuato il maggior numero di cremazioni sono generalmente le città metropolitane.
Si evidenziano i seguenti aspetti, taluni anche nuovi:
– la diffusione di crematori di cintura urbana nelle aree metropolitane (ad. es. di Milano, Torino, Napoli);
– una sovra-dotazione di impianti in talune zone (del Nord), dove le autorizzazioni date per la costruzione di nuovi crematori sono superiori alle necessità effettive; si avverte parallelamente il fallimento della norma del 2001 che imponeva piani di coordinamento regionali;
– l’avvio di numerose pratiche per la realizzazione di impianti nel Sud Italia, in buona parte stoppati dal rifiuto, spesso immotivato, delle popolazioni interessate dalle nuove localizzazioni (fenomeno cosiddetto NYMBY, not in my back yard) e un conseguente rallentamento della installazione di nuovi impianti;
– l’attivazione di services per trasporto feretri, cioè operatori specializzati nel trasferimento principalmente, se non esclusivamente, di feretri e/o contenitori di resti mortali da certi territori in altri dove si possono ottenere tempi di effettuazione del servizio più contenuti e talvolta sconti tariffari o variazione di qualità del servizio. Si tratta di una tendenza che si ritiene, nel futuro, possa incidere significativamente sulle statistiche rilevate, poiché il rilevamento statistico è basato sui luoghi di effettuazione della cremazione e non sui luoghi di provenienza dei defunti;
– il rafforzamento operativo di taluni impianti, con l’affiancamento a linea/linee già esistenti di nuove (in pratica il rifiuto di nuove localizzazioni di impianti sta favorendo l’aumento di potenzialità di quelli già autorizzati);
– variazioni anche significative da un anno all’altro dei dati di taluni impianti, dovuti a temporanee sospensioni di attività per manutenzione o altre cause o, anche, per la messa in esercizio di nuovi impianti nelle vicinanze.
In conclusione, nel 2019 si sono registrate o stimate nel nostro Paese 232.974 cremazioni (tra cadaveri e resti mortali), svolte in 85 impianti, che portano il nostro Paese al quarto posto per numero di cremazioni eseguite in Europa, dopo Gran Bretagna, Germania e Francia.
La media di cremazioni per impianto (autorizzato) nel 2019 è la seguente:
Cremazione di cadaveri = 2.290 (2.207 nel 2018);
Cremazione di resti mortali = 451 (452 nel 2018);
Cremazioni totali per impianto = 2.741 (2.659 nel 2018)
Le sepolture si sono così modificate (stima):
inumazioni di feretri: 119.401, pari al 18,82%
tumulazioni di feretri: 320.362, pari al 50,50%
cremazioni di feretri: 194.669, pari al 30,68%