L’epidemia di Coronavirus, con i contagi che sono ancora in crescita e con la messa in difficoltà del sistema sanitario, inevitabilmente si sta riversando e si riverserà prepotentemente a distanza di pochi giorni sul sistema funebre, cimiteriale e di cremazione italiano.
Partendo dalla situazione dei Comuni della provincia di Bergamo, Brescia, Cremona ,il numero dei decessi giornalieri sta rapidamente aumentando e sono sempre più complicate le condizioni di lavoro dapprima degli impresari funebri, ma poi a cascata di tutti gli operatori della filiera.
Come non bastano le ambulanze ormai non bastano i carri funebri.
Come non bastano i macchinari per la respirazione assistita, non bastano anche i posti per svolgere la cremazione.
Alcuni crematori stanno lavorano con turni di 24 ore al giorno, festivi compresi.
Lo stesso dicasi per cimiteri dove si effettuano sepolture anche di domenica e con ritmi di una ogni mezz’ora.
Lasciateci dire che un applauso deve essere fatto non solo ai sanitari, ma anche a tutti gli operatori pubblici e privati del settore funerario.
In questi giorni eccezionali cercheremo di dare notizia dei provvedimenti che sono stati assunti o che verranno assunti dalle Autorità o da chi ha competenze per dare indicazioni certe.
Vi chiediamo di far girare questa notizia a vostri colleghi, perché abbiano attestazione dell’impegno e del rischio a cui è sottoposta una categoria spesso bistrattata dai media, che in queste circostanze eccezionali è giusto rivalutare da parte di tutti.
Chiediamo inoltre che principalmente gli operatori funebri, che necessariamente dovranno prendere in carico salme di persone defunte, siano prioritariamente dotati di DPI, come lo sono gli operatori sanitari.
Anch’essi rischiano di contrarre il virus e hanno necessità di essere tutelati.