p>Il Consiglio dei Ministri svoltosi il 23 gennaio 2020, tra l’altro, ha deciso di impugnare la legge della Regione Calabria n. 48 del 29/11/2019, recante “Disposizioni in materia funeraria e polizia mortuaria”, in quanto una norma riguardante l’esercizio dell’attività di impresa funebre viola il principio di libera concorrenza, in violazione dell’art. 117, secondo comma, lett. e), della Costituzione; altre norme riguardanti la cremazione e la dispersione delle ceneri invadono la competenza esclusiva statale in materia di ordinamento civile e di determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, come previsto dall’art. 117, secondo comma, lett. l) ed m), della Costituzione.
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Si tratta della seconda impugnativa dopo che la prima [vedi Fun.News 3367] era stata depotenziata con il ritiro della precedente legge regionale, cui ava fatto seguito un braccio di ferro tra qualche consigliere regionale e la sua maggioranza, sostenuto da pure da manifestazioni di impresari funebri locali davanti agli uffici della Regione.
All’ultimo giorno utile di consiglio regionale, prima dello scioglimento per le elezioni, venne approvata un’altra versione della legge regionale calabra in materia funeraria, che evidentemente non sta ancora bene al Governo, che la manda ancora al vaglio della Corte Costituzionale.
Ricordiamo che già l’ultima legge regionale lombarda in materia funeraria è in attesa di pronuncia da parte della Corte Costituzionale.