La Procura della Repubblica di Torino ha dato notizia di 22 avvisi di conclusione indagini su altrettante persone che a diverso titolo hanno ricoperto negli anni incarichi di responsabilità nella società municipale Afc Torino, che gestisce i cimiteri di Torino.
È l’ultimo atto della Procura prima dell’eventuale rinvio a giudizio dei funzionari, secondo quando deciderà il Tribunale.
Gli investigatori ritengono che dal 2012 al 2015 i vertici di Afc (società al 100% comunale) alterarono «in maniera significativa» i documenti di bilancio, per poter distribuire utili consistenti all’azionista di riferimento (sempre il Comune di Torino).
Si tratterebbe di Presidenti e Amministratori delegati, revisori dei conti, dirigenti e funzionari.
I manager avrebbero fatto in modo che la società partecipata totalmente dal Comune risultasse in attivo — quando invece per la Procura era in passivo — iscrivendo a bilancio «concessioni ventennali e quarantennali per le quali non venivano postati i relativi risconti passivi.
A talune persone vengono addebitati altri fatti, ma la questione più rilevante per il sistema gestionale cimiteriale italiano è proprio quella di quali regole seguire per una corretta imputazione dei proventi concessori cimiteriali.
In proposito sussiste per gli Enti Locali una linea stabilità da Corte dei Conti e dal MEF per i bilanci dei Comuni.
Ma ancora si discute (si vedano i contenuti di un seminario IFEL sulla corretta allocazione in bilancio).
Per le imprese pubbliche si è in presenza attualmente di principi contabili generali (OIC, obbligatori in caso di impresa pubblica quotata in Borsa) e di una risposta ad interpello data dalla Agenzia delle Entrate nel 2004 a Federgasacqua.
E’ questione aperta e discutibile, su cui da anni non c’è univocità di pensiero.
Una interpretazione legislativa sarebbe pertanto oltre modo utile.