Il Ddl delegazione Ue 2018, licenziato dal Senato il 30 luglio 2019 ed ora di nuovo alla Camera, prevede diverse novità con ricadute (limitate) sul settore cimiteriale, visto che buona parte dei rifiuti in essi prodotti sono classificati tra gli urbani.
Difatti nel recepimento della direttiva rifiuti 2018/851/Ue l’Italia va ad incentivare il compostaggio di prossimità.
E questo potrebbe avere effetti sulla notevole quantità di rifiuti floreali (o anche organici in genere) che si producono nei cimiteri.
Il provvedimento del Senato è l’AS944, che all’articolo 15 prevede i criteri a cui dovranno uniformarsi i decreti attuativi di questo provvedimento cornice.
Tra questi il punto g) riguarda il "Miglioramento della qualità dei rifiuti organici raccolti e trattati, nonché dei processi di gestione".
Nel Dossier dell’Ufficio Studi 62/2 del 19/12/2018 si legge:
"Al fine di garantire il raggiungimento dei nuovi obiettivi in materia di raccolta e riciclo dei rifiuti urbani, nonché di attuare la nuova disciplina europea dei rifiuti organici (introdotta dall’art. 1, paragrafo 19, della direttiva 2018/851/UE), la lettera g) prevede che i decreti delegati introducano misure atte a favorire:
– la qualità dei rifiuti organici raccolti e in ingresso agli impianti di trattamento;
– l’implementazione di sistemi di controllo della qualità dei processi di compostaggio e di digestione anaerobica, predisponendo anche sistemi di promozione e di sostegno per lo sviluppo della raccolta differenziata e del riciclo dei rifiuti organici, anche attraverso l’organizzazione di idonei sistemi di gestione dei rifiuti e l’attuazione delle previsioni dell’art. 35, comma 2, del D.L. 133/2014.
Nel corso dell’esame alla Camera è stato inoltre previsto che entro il 31 dicembre 2020 i rifiuti organici siano raccolti in modo differenziato su tutto il territorio nazionale.
Si ricorda che l’art. 35, comma 2, del D.L. 133/2014 (c.d. decreto-legge Sblocca Italia) contiene disposizioni finalizzate ad una ricognizione degli impianti di recupero della frazione organica dei rifiuti urbani (FORSU).
In attuazione di tale disposizione è stato emanato il D.P.C.M. 7 marzo 2016, recante “Misure per la realizzazione di un sistema adeguato e integrato di gestione della frazione organica dei rifiuti urbani, ricognizione dell’offerta esistente ed individuazione del fabbisogno residuo di impianti di recupero della frazione organica di rifiuti urbani raccolta in maniera differenziata, articolato per regioni”.
Il nuovo articolo 22 della direttiva 2008/98/CE (risultante dalla riscrittura operata dal succitato paragrafo 19) della direttiva 2018/851/UE) prevede, tra l’altro, che gli Stati membri, entro il 31 dicembre 2023, assicurino che i rifiuti organici siano differenziati e riciclati alla fonte o siano raccolti in modo differenziato e non miscelati con altri tipi di rifiuti.
Lo stesso articolo prevede che gli Stati membri adottino misure volte a: incoraggiare il riciclaggio, ivi compreso il compostaggio e la digestione, dei rifiuti organici, in modo da rispettare un livello elevato di protezione dell’ambiente e che dia luogo a un output che soddisfi pertinenti standard di elevata qualità; incoraggiare il compostaggio domestico; e promuovere l’utilizzo dei materiali ottenuti dai rifiuti organici.
Nella relazione illustrativa, come anche nel criterio di cui alla lettera g), viene sottolineato che è “necessario istituire un sistema di certificazione del processo di trattamento dei rifiuti organici per garantire la qualità in tutte le fasi del processo. Infine, è necessario prevedere standard adeguati sulle caratteristiche qualitative dei rifiuti organici che possono essere ammessi al trattamento di riciclaggio, al fine di garantire la qualità del processo e dei prodotti ottenuti”.”