La Federazione Internazionale per la Cremazione (ICF), quasi con orgoglio aveva previsto prima della pausa estiva di effettuare a settembre 2019 il proprio periodico Consiglio generale (l’assemblea dei soci iscritti) ad Atene, anche per sottolineare la imminente inaugurazione da parte delle Autorità greche del primo nuovo crematorio greco, realizzato dopo una defatigante battaglia legale e contro il parere della potente Chiesa ortodossa greca.
La Grecia è l’ultimo Paese europeo in cui la cremazione è osteggiata per motivi politici e si calcola che circa 3.000 defunti greci siano cremati in crematori bulgari (in particolare a Sofia) costretti ad emigrare per attuare le volontà cremazioniste
Ma non si sono fatti i conti con i risultati delle ultime elezioni politiche greche, che tra i primi effetti hanno pure gettato acqua fredda sul fuoco cremazionista.
E così in pieno luglio a meno di due mesi dall’incontro internazionale previsto ad Atene il comitato esecutivo ICF ha dovuto prendere atto della ostilità delle nuove Autorità politiche greche nei confronti della cremazione e dirottare la manifestazione in Francia, in occasione del salone Funeraire.
Una vergogna per la Grecia! Come pure le motivazioni addotte per lo spostamento della manifestazione, che lasciamo alla valutazione dei lettori:
"… il crematorio in Grecia ha ricevuto molta opposizione dalle forze ortodosse. (…) E’ giunta informazione (NdR: è ICF che scrive) che a causa della forte opposizione del clero locale e di altri, la Cremation Society of Greece è giunta alla conclusione che le proteste e altri problemi sono molto probabili all’apertura del crematorio. Hanno deciso, per motivi di sicurezza degli ospiti e dei dipendenti, di posticipare l’apertura ufficiale a una data successiva. Per tale motivo ICF ha dovuto annullare la riunione dell’ICF in Grecia."