[Fun.News 3488] Fermo amministrativo dal 30 luglio 2019 a fine anno per il crematorio di Civitavecchia

Riceviamo il seguente comunicato stampa che riteniamo utile diffondere sia per motivi di informativa degli utenti interessati al fermo impianto, sia perché i suoi contenuti devono far riflettere sul rilascio di autorizzazioni alla cremazione e sulle norme in materia di cremazione.
Il caso in esame riguarda l’effettuazione di un numero di cremazioni pari a quello massimo autorizzato, in tempi precedenti il limite annuo.
E’ pur vero che il gestore lo sapeva, ma è altrettanto vero che in assenza di un piano regionale di coordinamento dei crematori (come in Lazio) i pochi esistenti sono presi d’assalto dai cittadini che chiedono la cremazione.
I gestori si trovano sempre più spesso imbrigliati nella propria attività e sottoposti a proteste di comitati di cittadini che, spesso senza nemmeno averne competenza, si scagliano contro installazioni di nuovi impianti di cremazione o contestano impianti esistenti.
E’ così  sempre più urgente che le Regioni adottino seri piani di coordinamento per la installazione di impianti nei propri territori e che lo Stato definisca le regole che i crematori devono osservare, valide per l’intero territorio nazionale.
E chi osserva queste regole e questi piani non debba temere di essere contestato o limitato nella propria attività.
Di seguito il comunicato stampa del getsore del crematorio.

COMUNICATO STAMPA
La società Tempio Crematorio Civitavecchia S.r.l. appartenente al Gruppo Altair, titolare della concessione per la progettazione, costruzione e gestione del nuovo impianto di cremazione di Civitavecchia comunica che a far data dal giorno 30 luglio 2019, suo malgrado, interromperà il servizio all’utenza (NdR: per il 2019) a causa del raggiungimento del numero massimo di cremazioni imposto dalla precedente amministrazione con provvedimento specifico in sede di rilascio dell’Autorizzazione Unica Ambientale.
Al Tempio Crematorio sono stati infatti imposti due vincoli fondamentali: un numero massimo di ore di lavorazione al giorno pari a 12 ore e un numero massimo di cremazioni annuo fissato a 2000 operazioni.
Con nota ufficiale trasmessa alcuni giorni addietro e durante un recente incontro in Comune la società ha avuto modo di illustrare alla nuova Amministrazione i dati di emissione rilevati.
Si fa presente che il crematorio di Civitavecchia è tra i pochi in Italia dotato di una apparecchiatura di monitoraggio in continuo che rende l’impianto Crematorio un sistema assolutamente trasparente in termini di rispetto dei limiti di concentrazione degli inquinanti: un modello “casa di vetro” in grado di registrare in ogni momento nel corso della sua operatività le performance ambientali.
Nella massima trasparenza si rendono noti i dati ambientali disponibili nel periodo di funzionamento dell’impianto per il 2018 e specificatamente i risultati delle analisi dei controlli eseguiti (Tab.1 allegata) e il calcolo dei flussi di massa dei parametri monitorati (Tab.2 allegata):
Dall’analisi dei dati sintetizzati si evince non soltanto il pieno rispetto dei limiti, vedi tab.1, ma anche il quantitativo di inquinanti emessi espressi in kg, vedi Tab.2, che danno la reale percezione del funzionamento degli impianti.
In sostanza i valori monitorati dei tre parametri principali CO, NOx e Polveri indicano emissioni più basse di quelle autorizzate rispettivamente dell’84%, del 75% e del 99% (84%, 75% e 99%!).
Da ciò ne deriva che i livelli di concentrazione complessivi previsti quale valore assoluto per l’anno lascino ampi margini per soddisfare il fabbisogno riscontrato.
In tal senso si precisa che tutte le attività di analisi e monitoraggio sono state condotte in contraddittorio con ARPA Lazio.
La scrivente ha inoltre commissionato allo Studio SMA, specializzato in analisi ambientali (società di primaria importanza a livello nazionale), l’onere di verificare le prestazioni annuali dell’impianto e la sua sostenibilità ambientale giungendo alle seguenti conclusioni:
– I livelli di concentrazione degli inquinanti non sono direttamente proporzionali al numero di operazioni effettuate;
– I livelli di concentrazione degli inquinanti non sono direttamente proporzionali al numero di ore lavorate;
In sintesi le emissioni relative ad una singola cremazione risultano maggiori nello scenario caratterizzato da un minor numero di ore di normale funzionamento dell’impianto.
I risultati ottenuti dalle elaborazioni effettuate confermano quindi la maggiore sostenibilità ambientale relativa ad un processo di cremazione prolungato (tab. 3 allegata).
Nello stesso studio sono stati messi a confronto gli impatti relativi all’attività del Tempio Crematorio di Civitavecchia con quelli delle due centrali termoelettriche alimentate a combustibili fossili presenti nell’area: risulta evidente come il contributo determinato dall’attività del crematorio sia, per tutte le matrici analizzate, decisamente irrisorio rispetto a quello delle due centrali, anche nel caso di aumento della produttività dell’impianto.
….. LEGGI INTERO COMUNICATO CON TABELLE

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