Dal 2015 la popolazione residente in Italia è in diminuzione, configurando per la prima volta negli ultimi 90 anni una fase di declino demografico.
Al 31 dicembre 2018 la popolazione ammonta a 60.359.546 residenti, oltre 124 mila in meno rispetto all’anno precedente (-0,2%) e oltre 400 mila in meno rispetto a quattro anni prima. Il calo è interamente attribuibile alla popolazione italiana.
Si tratta del quarto anno consecutivo di diminuzione.
Nel 2018 si registra un livello minimo di nascite, meno decessi rispetto all’anno precedente, pur con un livello elevato e meno iscrizioni dall’estero rispetto all’anno precedente.
I decessi si assestano a 633.133 unità in linea con il trend di aumento registrato a partire dal 2012, ma in calo rispetto al 2017 (-15 mila).
In una popolazione che invecchia è naturale attendersi un aumento tendenziale del numero dei decessi.
Le oscillazioni che si verificano di anno in anno sono spesso di natura congiunturale.
Le condizioni climatiche (particolarmente avverse o favorevoli) e le maggiori o minori virulenze delle epidemie influenzali stagionali, ad esempio, possono influire sull’andamento del fenomeno come è avvenuto nel 2015 e nel 2017, anni di un visibile aumento dei decessi.
Dalla capacità del nostro sistema socio-sanitario di proteggere gli individui più fragili dalle condizioni di rischio congiunturali e ambientali, con azioni di prevenzione e di cura mirate dipenderà, in buona parte, l’evoluzione futura altalenante o meno dei decessi.
La diminuzione del numero di decessi si registra in quasi tutte le ripartizioni, con un decremento più consistente nel Centro (-4,3%) e nel Sud (-4,4%).
Solo nel Nord-ovest si registra un lieve aumento di decessi (+0,4%).
Il tasso di mortalità è pari a 10,5 per mille, varia da un minimo di 8,3 per mille nella provincia autonoma di Bolzano a un massimo di 14,3 in Liguria ed è legato alla struttura per età della popolazione.